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Crisi Pd, Prodi: “E’ un suicidio”. E Deutsche Bank lancia allarme Italia

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ROMA (WSI) – Il Partito democratico vive la più grande crisi della sua esistenza ed è ad un passo dalla scissione, ma non si rassegna uno dei suoi fondatori, Romano Prodi. L’ex premier nel corso di un’intervista  a Repubblica esprime tutti i suoi sentimenti in merito alla situazione incandescente che si sta vivendo in queste ore nel Pd e che vede un braccio di ferro tra l’ex premier Matteo Renzi e la minoranza guidata da Emiliano, Rossi e Speranza e parla di suicidio.

“Sono angosciato (…) Faccio decine di telefonate, certo non sono indifferente alla scissione. Colloqui privati, tali rimangono (…) Non sono in grado di dire nulla sul Partito democratico (…) Nella patologia umana c’è anche il suicidio (…) mi intristico. E se è vera la crisi di sistema che abbiamo descritto, va affrontata, combattuta, sconfitta. Io non mi rassegno affatto”.

Non demorde il fondatore dell’Ulivo  che ha colloqui telefonici con vari esponenti del partito democratico, da Renzi a Bersani, passando per l’attuale premier Paolo Gentiloni fino ad Enrico Letta. Proprio Letta, l’ex premier spodestato da Renzi e che non ha più rinnovato la tessera del Pd per ritirarsi a Parigi, in un post su Facebook pubblicato ieri esprime la sua visione delle cose e lancia un monito proprio al segretario.

“È così facile distruggere! Quanto più difficile è il costruire. A distruggere ci si mette un attimo, a costruire, una vita (…) Non è possibile distruggere tutto così, sfidare la minoranza e magari essere pure contento se vanno via”.

In parole povere Enrico Letta addossa la colpa del caos nel Pd a Renzi reo con il suo modus operandi di aprire la strada alle opposizioni.

“La responsabilità maggiore per la rottura ce l’ha il segretario (…) si sta aprendo un autostrada a Grillo, a Salvini e al ritorno di Berlusconi”.

E se il governo sembra vacillare arriva da fuori un nuovo allarme per il nostro Paese. Marco Stringa, senior economist di Deutsche bank in un report che riporta Bloomberg sottolinea come il rischio principale per la stabilità dell’euro arriva proprio dall’Italia. Secondo Stringa la scissione paventata nel Pd potrebbe portare in vantaggio gli euroscettici con ripercussioni sul mercato che farebbero lievitare ancora lo spread.

I rischi per l’euro sono più forti in Italia rispetto alla Francia se dovesse vincere alle prossime presidenziali il Front National di Marine Le Pen.