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Dieci ristoranti a Milano da scoprire

Ricca, vivace, industriosa: è Milano, capitale della finanza, della moda e, da poco, anche meta turistica e, perché no, anche gastronomica. A Milano, sulla scia della vivacità della città, nei vari settori, sono sempre di più i buoni ristoranti, i nuovi, gli etnici e i classici rinnovati.

Eccone una selezione:

Da Berti

C’è un angolo segreto, a due passi dai grattacieli di Portanuova e qui si nasconde Berti. In uno spazio verde che sa di antico o, meglio, di vecchiotto, nasce come stazione di posta con locanda alla metà dell’Ottocento; oggi conta 5 sale interne: l’accogliente sala camino, foderata di boiserie, una sala piccolina e la sala affreschi con volta dipinta, c’è poi una bella veranda e un pergolato affacciato sul giardino: un meraviglioso angolo verde in città. La cucina riprende la tradizione meneghina con forte enfasi sulla carne.

Particolare

Il nome già identifica il locale; nella zona sud di Milano, vicino a piazza Libia, un locale elegante e raffinato di cui il dettaglio più rimarcabile è il “giardino d’inverno”; una corte fiorita chiusa da una vetrata scorrevole che si apre d’estate. La cucina dello chef Andrea Cutillo, che gestisce il locale insieme allo chef Luca Beretta, maître e sommelier, è semplice ma ricercata allo stesso tempo. Il menù è ricco di proposte innovative ed invitanti: fusilloni, ragu di anatra, besciamella e frutti di bosco; guancia di scottona cotta a bassa temperatura, vellutata di patate e cavolo rosso.

13 Giugno

Oramai una pietra miliare del pesce meneghino: in un locale elegante in zona Città Studi con musica dal vivo serale, l’immancabile pasta con le sarde fa “ridere” la bocca, come la ricciola a crudo con salsa al mango e peperoncino o i meravigliosi plateaux di crudo. Molto piacevoli le serate accompagnate dal pianoforte e, nella bella stagione, lo spazio esterno. Splendida selezione di vini siciliani, tra cui spiccano i vini di Candido.

Gloria

Nuovissimo, bellissimo, vivacissimo: è Gloria, il ristorante aperto da qualche mese fra Brera ed il Castello Sforzesco; un grande spazio di 740 mq che, tuttavia, conserva un’atmosfera calda e  accogliente. Parte del gruppo francese Big Mamma che conta 24 locali tra Francia, Inghilterra e Spagna e che ha, nella cucina, forti influenze italiane. Anche a Milano su un fondamento italiano si percepiscono influenze internazionali e una certa creatività. Clientela giovane e modaiola.

Acanto

Eleganza, buongusto, un lusso discreto e moderato: è l’Acanto, il piacevole ristorante del Principe di Savoia, nella centralissima. Milanese, Piazza della Repubblica. Un luogo luminoso, arredato in uno stile senza tempo, che forse occhieggia agli anno ’50, ma che conserva un certo calore nella sua linearità. La sala è ampia, i tavoli ben distanziati, il servizio “soft”, il pubblico principalmente “d’affari”: incontri operativi  con un pizzico di stile.
La cucina è affidata al giovane chef Matteo Gabrielli, giovane ma con una solida esperienza. Gabrielli definisce la sua “filosofia di cucina” basata sull’essenzialità, senza, tuttavia, trascurare la ricerca dell’eccellenza e l’uso di materie prime di altissima qualità.

Valentino Vintage

Siamo nel cuore della Milano degli affari, della moda e ora anche del turismo; in una bella grande sala con colonne doriche in un palazzo seicentesco. Ma l’atmosfera non è per nulla “impastata e impacchettata”; si respira un’aria anni ’70: belle tovaglie bianche, bicchieri di cristallo ma anche  sorrisi e simpatia. Ed anche il menu rispecchia l’atmosfera: ottimi piatti della tradizione italiana, con un certo accento toscano e qualche piatto della “nuova cucina”, con moderazione, però, e con porzioni all’antica.

Ronin

È l’ultimo nato e certo il più “eminente” dei ristoranti etnici di Milano; anche se definirlo etnico è certo limitativo. Ronin è fusion per eccellenza, con una matrice giapponese ma con l’immissione sia dal punto di vista dell’ambiente che della cucina, di varie influenze e “contaminazioni”. La bella palazzina liberty di piazza Morselli ospita ristoranti differenti sui vari piani, food and spirits, musica, interior design, cultura italiana e giapponese, arte, moda, tutto questo è Ronin.

Il locale si sviluppa su tre piani con altrettante proposte di ambiente e gastronomiche; la matrice è sempre nippo-internazionale ma con notevoli differenze sia nello stile architettonico, dl servizio e della cucina.

Caruso Nuovo

Nel cuore della Milano della moda, dello shopping, ma anche dell’arte, con la Scala e il Poldi Pezzoli a due passi, Nuovo Caruso è una delle novità più eclatanti della ristorazione milanese: parte del bellissimo Grand Hotel et de Milan, è in una verde piazzetta laterale.

Riarredato con gran buon gusto, ha una bella veranda e qualche tavolino esterno. La cucina di Gennaro Esposito è di altissimo livello, ma fresca e “facile”, senza “forzature” nouvelle cuisìne salvo, forse, una cura nella presentazione del piatto. Si gustano piatti come una splendida tartare di fassona; una parmigiana di melanzane “vecchio stile”; un ottimo, leggerissimo, fritto di calamari.

Pacifico

Nella “trendy” zona di S. Marco, Pacifico è il frutto di una cultura manageriale di stampo internazionale. E lo si vede e lo si sente sia nella cucina che nell’arredamento e nella clientela. La cucina è la peruviano –nikkey che propone piatti come il Ceviche in varie declinazioni: di branzino, salmone e poi i tiraditos, la tradizionale causa, chupe e il dim sum. L’arredamento, curato da Marsica Fossati è di gusto internazionale ma molto accogliente nella sua relativa semplicità. Pacifico si articola in una serie di salette che consentono di mantenere privacy ed intimità; c’è da qualche mese una bella zona esterna, fiorita e molto ben illuminata. La clientela è giovane, vivace, mondana, perfettamente in tono con lo spirito del locale.

Bommarè

In zona Bocconi, un ristorante elegante e raffinato, con un’ottima cucina ma con un’atmosfera friendly e rilassata. Sarà l’aria di Napoli, la saggia architettura, i colori marini, ma a Bommaré si sta proprio bene. Fra l’altro, la quarantina di coperti è distribuita tra varie sale, che possono essere rese indipendenti; i tavoli sono ampi e ben distanziati. Si sente, insomma, una mano esperta, quella di Jacopo Autieri, giovane, ma già con ampia esperienza. La cucina, dicevamo, è super, da mare ma anche con qualche piatto di terra.