NEW YORK (WSI) – Le banche italiane rischiano di diventare ostaggio delle agenzie di rating internazionale. Questo, in quanto nel decreto legge di riforma delle Bcc, banche di credito cooperativo, di cui si sta discutendo alla Camera, si anniderebbe un rischio non di poco conto: quello che l’Italia possa perdere la sovranità sulle sue banche. L’alert arriva da Ubaldo Palmidoro, fondatore di Centaurus, gestore in outsourcing di crediti in incaglio e sofferenza,intervenuto al convegno ‘Riforma delle garanzie sulle cartolarizzazioni delle sofferenze: proposte e scenari’, svoltosi alla Camera dei Deputati. Secondo Palmidoro:
“Le agenzie internazionali decideranno i criteri per la concessione del rating minimo e, conseguentemente, influiranno indirettamente sulla composizione del portafoglio e sulla percentuale di obbligazioni senior emesse. Non è inverosimile il verificarsi di una situazione nella quale un istituto di credito italiano si possa trovare nel corso del prossimo anno a dover cedere un ingente portafoglio di crediti per poter uscire da una situazione di crisi. In tale ipotesi ci troveremmo con soggetti internazionali che potranno influire sulla possibilità e sulle modalità di realizzazione delle operazioni, incidendo così, indirettamente, anche sul destino della banca”.
Di rischio di strapotore delle agenzie di rating ha parlato lo stesso Francesco Fabbri, advisor di Morgan Stanley Italian distressed asset. Parlando delle condizioni di salute del sistema bancario italiano, Fabbri ha affermatio che nei prossimi due anni le banche italiane potranno mettere sul mercato sofferenze (npl- Non Performing Loans, crediti non performanti) per un valore compreso tra 15 e 20 miliardi, a fronte di ben 89 miliardi di sofferenze nette che pesano sui loro bilanci. Lo stesso ha affermato che la nuova garanzia pubblica Gacs per le cartolarizzazioni di npl, in arrivo con il decreto banche, per come è stata costruita dà troppo potere alle valutazioni delle agenzie di rating internazionali.
Gli ha fatto eco il deputato di Forza Italia Fabrizio Di Stefano:
“La mia perplessità non nasce dal fatto che agenzie internazionali siano chiamate a giudicare il “rating” delle operazioni di cartolarizzazione, ma dalla assoluta impossibilità, per come oggi è formulato il Dl, di oggettivizzazione dei criteri di giudizio. Ritengo infatti che non sia opportuno lasciare completamente non regolamentate le modalità di analisi ed i criteri che le agenzie di rating dovranno applicare per la valutazione di una operazione”.
Forza Italia, in primis Di Stefano ma anche Renato Brunetta, si scaglia contro il contenuto del decreto legge, che attribuirebbe alle agenzie di rating un potere eccessivo, a discapito di quello di Bankitalia.
Il deputato di Forza Italia Pietro Laffranco ha inoltre chiesto con un emendamento che con decreto ministeriale siano fissati criteri oggettivi di valutazione da parte delle agenzie di rating. Laffranco ha parlato anche delle modifiche che attengono al mercato immobiliare.
“Ritengo che la limitazione prevista dall’art. 16 , che prevede la possibilità di applicazione dello sconto fiscale unicamente a chi rivenda l’immobile acquistato in asta entro 24 mesi sia eccessivamente limitante e non risolva in pieno la problematica. In tale modo si genera un aiuto diretto unicamente ai professionisti delle aste, e cioè a chi compra, attendendo prezzi molto bassi, per poi speculare sulla rivendita. In un momento storico come quello attuale è necessario estendere i benefici a tutti i cittadini , solo in tal modo si potrebbe veramente smuovere il mercato delle vendite immobiliari a beneficio dei creditori e dei debitori”.
Intanto, secondo le ultime stime pubblicate pochi giorni fa da Bankitalia, tornano a salire a gennaio i prestiti in sofferenza del sistema bancario italiano: la cifra lievita a 202,053 miliardi lordi dai 200,936 miliardi di dicembre e i 201,011 di novembre. Le sofferenze al netto delle svalutazioni operate dagli istituti scendono a 83,60 miliardi, dagli 88,95 miliardi segnalati da via Nazionale per il mese di dicembre.
Bankitalia nel comunicato sulle “Principali voci dei bilanci bancari” spiega che il tasso di crescita sui dodici mesi delle sofferenze – senza correzione per le cartolarizzazioni ma tenendo conto delle discontinuità statistiche – è risultato del 9% (9,4% a dicembre).
Si tratta di una percentuale superiore a quella delle banche europee che, secondo il Fmi, si aggira intorno al 5,5% degli asset totali delle banche.