ROMA (WSI) –Brutte notizie per le famiglie: è finito il tempo dei tassi ai minimi storici per i mutui. A dimostrarlo la sensibile revisione registrata a gennaio 2017 sui tassi fissi offerti dalle banche sui mutui per l’acquisto di casa, mentre quelli a tasso variabile sembrano piuttosto stabili.
In realtà la revisione degli indici di riferimento IRS sul fronte dei tassi fissi era iniziata già a fine settembre e con un ritardo di mesi è arrivata in definitiva ad inizio 2017 e potrebbe continuare nei prossimi mesi. Così a fare un rapido raffronto, su un mutuo del valore di 140 mila euro con durata ventennale per l’acquisto di un immobile del valore di 220mila euro, a ottobre 2016 il tasso fisso di aggira sull1,55%, oggi invece sull1,70%.
Certo è che la situazione rimane ancora comunque favorevole per chi voglia acquistare casa o per chi decide di effettuare la surroga, quindi passare da una banca all’altra, come specifica Stefano Rossini, Amministratore e Fondatore di MutuiSupermarket.it – ma è tempo di affrettarsi visto che i primi segni di rialzo ci sono.
“Nonostante i tassi inizino a segnare una lenta tendenza al rialzo, il contesto di mercato rimane estremamente favorevole alla sottoscrizione di nuovi finanziamenti casa, con offerte mutuo sempre molto competitive e banche che continuano a investire sul prodotto con politiche commerciali aggressive La domanda di nuovi mutui chiude infatti l’anno 2016 in accelerazione con un +21% su dicembre e un + 13% a livello annuo. (…) Come anticipato, non è detto però che tali condizioni per certi versi ottimali siano destinate a rimanere invariate anche sui prossimi mesi. In questo senso, sarà necessario monitorare l’evolversi dei tassi di offerta sui mutui e dei prezzi immobiliari per verificare la sostenibilità della crescita della domanda registrata negli ultimi mesi e quindi le prospettive di sviluppo del mercato mutui sull’anno appena iniziato.
Ma perché questo livello basso nei mesi scorsi? A dare una spiegazione è Stefano Magnolfi, direttore real estate Services di Crif.
“A settembre 2016 la rischiosità dei mutui ha infatti raggiunto l’1,4%, il livello più basso osservato negli ultimi 4 anni. Questo andamento, che ha caratterizzato non solo i mutui ma tutto il comparto del credito alle famiglie (prestiti finalizzati e personali), può essere spiegato da molteplici fattori. In buona parte a contribuire alla riduzione della rischiosità del credito sono state le banche stesse, che hanno iniziato ad adottare politiche di selezione più attente nel tentativo di evitare ulteriori crediti deteriorati in futuro. Inoltre, hanno di certo contribuito anche il livello dei tassi di interesse, che si sono mantenuti bassi per tutto il periodo di osservazione, l’aumento tendenziale del reddito pro-capite e la possibilità di rinegoziare le condizioni del prestito, che ha agevolato le famiglie a rendere più sostenibile il proprio debito”.
Fonte: Monitorimmobiliare