Aver esposto i risparmi del proprio fondo pensione al mercato delle criptovalute è costato caro al 67enne guru degli investimenti Dennis Gartman. L’esperto di materie prime ed autore di una delle newsletter finanziarie quotidiane più lette a Wall Street ha ammesso di aver subito una perdita massiccia con la sua scommessa in Riot Blockchain, azienda che ha perso un terzo della sua capitalizzazione in Borsa il 16 febbraio.
Investire una cospicua fetta del propruo fondo pensionistico in un asset o in un titolo speculativo non è una mossa consigliata, ma la febbre da criptovalute ha spinto anche un navigato investitore e analista come Gartman a prendere un granchio. I titoli Riot Blockchain hanno iniziato a capitolare in Borsa da venerdì, ossia da quando la CNBC ha messo in dubbio la credibilità del gruppo.
Riot Blockchain è una società quotata sul Nasdaq che promette di guadagnare una presenza forte nell’ecosistema della blockchain, la tecnologia dietro alle criptovalute, attraverso investimenti mirati nel settore, con un focus nelle blockchain di Bitcoin ed Ethereum. Con il Bitcoin che toccava i massimi di sempre a fine dicembre, Riot Blockchain è finita spesso nelle pagine di media e siti Internet di informazione finanziaria, e non solo quelli specializzati.
Il titolo è così salito in poco tempo da $8 per azione a più di 40 dollari, un fenomeno alimentato dalla voglia degli investitori di non farsi perdere il boom delle criptovalute. L’azienda è sembrata a molti la scommessa ideale per esporsi nell’universo promettente della blockchain.
Ma Riot, come ha denunciato la CNBC, “non è da tanto tempo nel business delle criptovalute. Anzi, fino a ottobre il suo nome era Bioptix ed era conosciuta per i suoi prodotti in ambito veterinario e per il tentativo di sviluppare nuovi modi per l’elaborazione di test per scoprire e debellare malattie. Sembra proprio quel genere di società che sta cercando di approfittare della febbre da criptovalute per guadagnare capitali in Borsa.
Il Presidente della SEC, l’autorità di controllo dei mercati Usa, Jay Clayton, ha precisato che “nessuno dovrebbe ritenere che sia giusto cambiare il proprio nome in qualcosa che riguardi la blockchain se poi non ci sono business effettivi legati a tale tecnologia e tentare di vendere titoli in Borsa sfruttando la febbre da blockchain”.
Settimane fa la società di bevande analcoliche Long Island Iced Tea ha visto i suoi titoli fare un balzo di anche il +500% in Borsa dopo la decisione di cambiare nome in Long Blockchain, mentre Kodak ha lanciato una moneta digitale dal nome KodakCoin, che dovrebbe servire per “permettere ai fotografi e alle agenzie fotografiche di avere un maggiore controllo sulla gestione dei diritti di immagine”.