BRUXELLES (WSI) – Le banche in Germania sono pronte a tutto pur di neutralizzare le politiche disperate della Bce che hanno introdotto i tassi negativi. I banchieri di grandi gruppi europei stanno prendendo seriamente in considerazione la possibilità di tenere fisicamente il denaro nei loro caveau, onde evitare i tassi negativi imposti dalla Banca centrale di Francoforte.
A renderlo noto il Financial Times, secondo cui i tassi negativi imposti dalla banca centrale guidata da Mario Draghi sono costati alle banche di tutta Europa, fin dalla loro introduzione 2,64 miliardi di euro. Secondo una ricerca effettuata da Standard & Poor’s, sono quasi 5 milioni le persone che oggi vivono in paesi con politiche di tassi di interesse negativi.
“I tassi di interesse negativi sono stati a lungo considerati da molti economisti una strategia radicale o addirittura una impossibilità matematica. Tuttavia alcune fra le più importanti economie a livello globale stanno guardando con crescente interesse ai tassi negativi per far ripartire le economie in stallo, avendo a disposizione altri strumenti a impatto limitato o considerati politicamente impraticabili“, dichiara John Kingston, Director di Global Market Insights, S&P Global e responsabile progetto per il report dell’agenzia di rating.
La politica dei tassi sotto zero minaccia le capacità di essere redditizie delle banche europee, un settore che deve già fare i conti con una lunga serie di problemi: i crescenti costi di ristrutturazione, le nuove forme di concorrenza arrivate con le nuove tecnologie (FinTech), gli investimenti necessari per la trasformazione verso un business più digitale, le cause legali, le nuove norme di regolamentazione più severe, le difficili condizioni economiche e le turbolenze di mercato.
S&P: da tassi negativi potenziali danni economici
“Il percorso verso un contesto di tassi negativi, in ogni circostanza presa in considerazione, è chiaramente un segnale disperato, con una serie di potenziali danni economici derivanti da queste politiche”.
Tutto questo non ha impedito alla Bce di andare per la sua strada e ricorrere alle armi pesanti e “sconsigliate” dalla logica economica tradizionale, per incoraggiare i prestiti e stimolare l’economia del Vecchio Continente, allontanando il rischio di deflazione. Il tasso sui depositi è stato abbassato al -0,4%, minimo storico. La decisione di portare sotto zero i tassi, presa nell’estate del 2014, significa che le banche devono pagare una commissione per parcheggiare i loro soldi presso la Bce.
Come logica conseguenza di questa prassi, le banche stanno valutando metodi alternativi vecchio stampo per conservare il loro denaro. Munich Re, ad esempio, ha scelto di mantenere in contanti almeno 10 milioni di euro delle sue riserve quest’anno come esperimento, dicono dal gruppo assicurativo tedesco. Sempre in Germania Commerzbank starebbe invece valutando l’opzione di custodire l’eccesso dei depositi nei suoi caveau invece che depositarli presso la Bce.
Il Ceo del gruppo di Francoforte, Martin Zielke smentisce di aver preso una decisione del genere ma secondo alcune fonti ben informate, la banca avrebbe seriamente preso in considerazione tale operazione come scrive il Financial Times. Nelle terra di Angela Merkel molti banchieri e politici tra cui il ministro delle Finanze Wolfgang Schauble puntano il dito contro la decisione dei tassi negativi decisi dalla Bce, che causerebbero “problemi straordinari” per la Germania.
“Depositare i contanti non è nell’interesse di nessuno. Costerebbe alle banche molto e significherebbe chiaramente che le banche centrali non possono davvero far nulla per abbassare i tassi di interesse al momento. Tutti vogliono evitarlo”.
Queste le dichiarazioni di un banchiere tedesco raccolte dal Financial Times.