Nonostante la prudenza espressa a più riprese dal governo sull’ipotesi di un intervento militare in Libia “gli italiani sono ancora impegnati nella missione”, a dirlo è il capo degli Stati Maggiori Riuniti degli Stati Uniti, Joseph F. Dunford, in un’intervista pubblicata dal Washington Post. Dunford, che ha avuto modo di confrontarsi con il generale Claudio Graziano, capo dello Stato Maggiore della Difesa, ha infatti precisato che, a determinate condizioni, l’intervento italiano ci sarà. “I dettagli” di queste condizioni “non sono ancora specifici” aggiunge Dunford; il Wp indica, però, l’identificazione precisa delle unità da addestrare in Libia e la copertura della missione con un mandato Onu.
L’intervento militare resta dunque un’opzione compatibile con l’aiuto indiretto, annunciato lunedì a Vienna dagli Usa, che includerà supporti economici, umanitari, nonché fornitura di armamenti al governo di unità nazionale sponsorizzato dall’Onu e presieduto da Fayez al-Sarraj.
Secondo il Wp resta poco chiara quale sarà la forza militare che condurrà le operazioni in Libia, nonostante la disponibilità condizionata dell’Italia resti in piedi, il premier, Matteo Renzi, aveva già escluso l’ipotesi di “invasione”, che si configurerebbe in assenza di un preciso mandato delle Nazioni Unite. Lo scorso 3 maggio il Segretario della Difesa americano, Ash Carter, aveva nuovamente spinto sulla guida italiana per la missione nella sua ex colonia.
Per il momento è “in corso un intenso periodo di dialogo” con il governo libico, spiega Dunford, ma “non siamo ancora in grado di dispiegare le risorse perché non c’è ancora un accordo e francamente potrebbe essere preso da un giorno all’altro”.