ROMA (WSI) – Dopo il giugno torrido per i mercati e gli eurocrati, è ottobre il prossimo mese da segnarsi in calendario come quello in cui il futuro dell’Europa unita sarà di nuovo messo in gioco. Il referendum costituzionale italiano, le elezioni in Austria e il referendum ungherese sulle quote di migranti da accogliere imposto agli stati membri da Bruxelles. Tutti e tre gli appuntamenti elettorali si preannunciano combattuti e per Enrico Mentana il giorno della fine dell’Ue è già scritto.
L’autodistruzione si materializzerà il 2 ottobre secondo il conduttore televisivo Enrico Mentana, che su Facebook ha pubblicato un post di riflessione sulla situazione critica dell’Ue, divisa come non mai nel periodo post Brexit.
Perché il 2 ottobre? È il giorno in cui si svolgeranno sia le elezioni presidenziali in Austria, dopo che il risultato del ballottaggio è stato l’invalidato, il voto popolare in Ungheria sul ricollocamento obbligatorio degli stranieri, un quesito che chiamerà i cittadini a esprimersi, di fatto, pro o contro l’Unione europea.
“Nello stesso giorno, al di là del confine, l’Austria ripeterà il ballottaggio presidenziale. Musil la chiamava Kakania, ma cent’anni dopo esser morta l’Austria-Ungheria può stendere l’Europa”.
Il popolare giornalista e direttore del TgLa7 osserva che dopo la Brexit “se passa il no a Budapest, se vince Hofer (il candidato di estrema destra anti europeista) a Vienna, l’Unione davvero rischia di crollare”. O per lo meno spaccarsi in due. E “la causa è sempre la stessa: la paura degli immigrati”.
“Ma a Bruxelles non l’hanno ancora capito, senza cuore per la solidarietà né muscoli per la fermezza. Guardando solo alle banche non hanno visto le barche. E ora affonderanno loro, a cominciare da Juncker, L’uomo senza qualità“.