Sono ancora e sempre le banche centrali a condizionare i movimenti dei mercati. In particolare i continui cambiamenti nelle aspettative degli operatori su quelle che saranno le prossime mosse della Fed sui tassi di interesse. Basta una dichiarazione per dirottare il trend non solo di Wall Street, ma dell’azionario globale in generale.
E se dunque venerdì scorso Eric Rosengren, numero uno della Fed di Boston, aveva alimentato perfino il rischio di bolla, auspicando un rialzo graduale dei tassi, nelle ultime ore ci ha pensato Lael Brainard, altra esponente della Fed, a mostrare di nuovo il lato colomba della Fed, parlando di “prudenza” nella strada del percorso di nuove manovre restrittive.
Immediata la reazione del dollaro, che sul forex è sceso per la prima volta in quattro sessioni, sulla scia del tonfo delle probabilità di un rialzo dei tassi Usa a settembre fino al 20%. Sul mercato dei bond i rendimenti dei Treasuries hanno fermato la loro corsa. Petrolio sotto pressione.
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