Panama Papers, paradisi fiscali aiutano la guerra di Assad
Lo scandalo Panama Papers non risparmia nemmeno il presidente siriano Bashar Al-Assad, lo scrive il quotidiano tedesco Sueddeutsche Zeitung che per primo ha ricevuto i documenti riservati della Mossack Fonseca. Le accuse contenute nell’articolo non sono di poco conto.
“Il regime siriano e i suoi scagnozzi”, scrive il giornale tedesco, “hanno trovato modi apparentemente discreti per aggirare le sanzioni e raccogliere denaro e carburante necessari per la guerra”.
L’aggiramento delle sanzioni internazionali tramite le società offshore è una pratica che sarebbe ben diffusa fra “dittatori, gruppi terroristici e altre organizzazioni criminali”, più in generale: sono citati i cartelli della droga di Messico e Guatemala, come i presunti finanziatori di gruppi terroristi come Hezbollah e al Qaeda, ma anche il dittatore dello Zimbawe, Robert Mugabe.
Nel frattempo il scandalo dei Panama Papers ha fatto saltare il primo capo di governo, il premier islandese, David Gunnlaugsson, assediato dalle polemiche della popolazione. Il caso internazionale sollevato dal Icij ha visto numerosi volti di primo piano coinvolti direttamente nei paradisi fiscali, fra questi 12 fra ex ed attuali capi di Stato.
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