ROMA (WSI) – Il ricatto Schengen ha funzionato. La Grecia perde l’ultimo briciolo di sovranità che le era – forse – rimasto e diventa burattino in toto dell’Unione europea. La minaccia di Bruxelles di espellere il paese dall’area Schengen ha avuto effetto, e anche subito. Atene si è piegata al volere della Ue e suo malgrado è stata costretta ad accettare la presenza di guardie di frontiera straniere ai suoi confini.
Compito di tali guardie: gestire i flussi migratori, garantendo che nella massa di rifugiati e profughi non si nasconda qualche terrorista dell’Isis che si infiltri in Europa.
Il dispiegamento del nuovo personale di sicurezza inizierà questa settimana. Così come commenta Keeps Talking Greece:
“Le maschere sono cadute. Mano nella mano, l’Unione europea e il Frontex -Agenzia europea delle Frontiere – vogliono cancellare la sovranità nazionale e assumere il controllo delle frontiere, con il pretesto di ‘salvaguardare i confini dell‘area Schengen‘. E usano il caso della Grecia per dar vita a un precedente che potrebbe ben presto presentarsi ovunque, nell’ambito di un piano che è interamente tedesco”.
L’Italia potrebbe essere il prossimo paese a essere monitorato da guardie di frontiera non italiane, se si considera che Frontex aveva già chiesto 775 guardie sia per l’Italia che per la Grecia, prima degli attentati terroristici di Parigi.
A dare la notizia è lo stesso The Independent, che scrive, sulla base di informazioni ricevute da funzionari e diplomatici nelle ultime ore:
“L’Unione europea sta considerando una misura che conferirebbe alle guardie di frontiere dell’Ue i poteri di intervenire e controllare le frontiere esterne di un paese membro, al fine di proteggere l’area di Schengen”.
Il riferimento è in particolare a una proposta che dovrebbe essere ufficializzata il prossimo 15 dicembre e che includerebbe il conferimento , al Frontex (appunto l’agenzia di controlli alle frontiere della Ue) , della responsabilità di controllare la frontiera che un paese condivide con un paese che non faccia parte dell’aerea di Schengen, nel caso in cui il paese membro dell’Ue non sia capace di gestire in modo efficiente il problema della sicurezza e la crisi dei migranti.
Così il ministro degli Interni svedese Anders Ygeman, riferendosi al caso della Grecia, già più volte ricattata con l’arma della soluzione Grexit:
“Dobbiamo tutelare i confini dell’area Schengen, e abbiamo visto che, se un paese non è capace di proteggere i propri confini, o lascia Schengen o accetta Frontex“.