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Russia e Usa si parlano: NATO terrorizzata da vertice Putin-Trump

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Cresce l’attesa per il vertice tra i leader di Usa e Russia. Mosca e Washington stanno preparando l’incontro tra il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov e il segretario di Stato americano Mike Pompeo, che potrebbe essere tenuto nelle prossime due settimane e farà chiaramente da apripista al vertice tra il presidente statunitense Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin.

Dopo che è stato comunicato il luogo, Helsinki, capitale della Finlandia, e la data (16 luglio), presto verrà annunciata anche l’agenda dell’evento storico. Trump, che in campagna elettorale ha difeso le posizioni della Russia, deve ancora fare fronte alle indagini sul Russiagate sul possibile coinvolgimento degli uomini del Cremlino nelle elezioni presidenziali del 2016 e quindi il suo summit con l’omologo russo verrà monitorato attentamente da analisti e politici.

Il vertice assume un’importanza maggiore anche per via dell’importanza del ruolo che Russia e Usa hanno negli equilibri geopolitici mondiali, ma secondo gli esperti alla fine potrebbe non essere altro che un evento di pubbliche relazioni da parte dei due leader ‘populisti’.

NATO ha paura che Trump venga manipolato da Putin

Resta il fatto che gli alleati degli Usa della NATO, anche governi che simpatizzano per le politiche di Trump, hanno espresso preoccupazioni per il vertice e si sono dichiarati contrari all’incontro per paura che Trump venga manipolato dal suo omologo russo. La senatrice polacca Anna Maria Anders dice che “tutti dovrebbero essere preoccupati”, aggiungendo che Putin è “estremamente influente” e che è impossibile prevedere come Trump reagirà.

La paura della Polonia è che Trump, che ha dimostrato una certa volatilità nel suo primo anno e mezzo da presidente, accetti di ritirare le forze NATO dalla Polonia e dai paesi del Baltico. Altri funzionari europei dicono di nutrire dubbi sul comportamento di Trump, aggiungendo che uno come lui che gioca d’istinto potrebbe “fare promesse” spontanee a Putin in una miriade di questioni importanti.

Nonostante qualche affinità di fondo, in realtà le differenze di vedute e di intenzioni strategiche tra le due potenze mondiali sono tante. Pertanto si può immaginare che se il vertice sarà “serio” e non solo di facciata come quello tra i due rappresentanti degli Esteri russo e statunitense, i temi sul tavolo saranno di forte peso anche nel summit tra Trump e Putin.

Dalle prospettive per il Trattato INF sugli Euromissili (Intermediate-Range Nuclear Forces, sottoscritto da Ronald Reagan e Michail Gorbachov nel dicembre 1987) che restano oggetto di controversie, si arriva fino a una serie di problemi ancora irrisolti nella sfera strategica tra la Russia e gli Stati Uniti.

Un groviglio di problemi irrisolti“: così li definisce il vice ministro degli Esteri russo, Sergey Ryabkov, che aggiunge: “stiamo lavorando” sull’incontro Lavrov-Pompeo “e partiamo dall’accordo raggiunto su un vertice al più alto livello: questo contatto è estremamente necessario, ci sono molte possibilità e nelle prossime due settimane l’incontro potrebbe aver luogo”.

Secondo il vice ministro degli Esteri russo, “durante l’incontro di ieri con il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Bolton, sono state discusse approfonditamente” le varie questioni per preparare il vertice. Ieri, il consigliere presidenziale russo Yuri Ushakov ha annunciato che la Russia e gli Stati Uniti hanno concordato un incontro tra Putin e Trump in un paese terzo.

I nodi da sciogliere: Nato, Iran, Siria e Russiagate

Durante l’era Obama i rapporti diplomatici tra Russia e Stati Uniti sono peggiorati progressivamente sino ad arrivare alla crisi del 2014, quando la guerra nell’est dell’Ucraina e l’annessione della Crimea alla Russia ha spinto l’America e altre potenze occidentali come l’Europa a imporre sanzioni contro Mosca.

Un altro aspetto delicato riguarda la divergenza di vedute e di posizioni in Siria. Anche se in campo i due paesi combattono un nemico comune, l’ISIS, la Russia è schierata a fianco del regime di Assad, mentre Washington aiuta i ribelli anti governativi.

Quanto al Russiagate, le autorità statunitensi hanno accusato la Russia di interferire nella campagna per le elezioni presidenziali del 2016 con il presunto scopo di contribuire al trionfo dell’attuale presidente Trump. Mosca respinge tali accuse e assicura che non ha mai cercato di interferire nei processi politici interni di altri Stati.

La stampa progressista americana ha paragonato l’incontro di Singapore tra il presidente Donald Trump e il leader nordcoreano Kim Jong Un al vertice che si terrà tra Putin e Trump, attaccando il presidente americano e sostenendo che non uscirà dal meeting con alcun risultato concreto da presentare al popolo. Trump, va detto, non è autorizzato a riconoscere l’annessione della Crimea nemmeno se lo volesse. È un compito che spetta al Congresso, che potrebbe in teoria anche revocare le sanzioni relative alla Crimea. Difficile però che questo accada.

Bolton, consulente della Sicurezza Nazionale dal 22 marzo, ha fatto sapere che gli Stati Uniti non considerano la Crimea come parte della Russia. Né Bolton ha aperto alla possibilità che eventuali sanzioni vengano revocate prima che il conflitto russo-ucraino sia risolto.

Tuttavia, ci sono altre richieste che Putin potrebbe fare a Trump. L’espansione dell’alleanza della NATO nei paesi confinanti con la Russia e appartenenti all’ex blocco sovietico è probabilmente la principale preoccupazione di Putin. Per questo motivo il presidente russo, rieletto per la quarta volta, potrebbe chiedere all’America di ritirare le forze dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico dai confini russi, oltre che a un ritiro dalla Siria, un ritorno all’accordo sul programma nucleare iraniano e la fine del supporto degli Stati Uniti per l’Ucraina.