NEW YORK (WSI) – Il colosso giapponese dell’auto Mitsubishi è sempre più nei guai. Sulla falsa riga di quanto successo alla casa tedesca Volkswagen, lo scandalo delle emissioni truccate per poter superare i test con il passare dei giorni prende una piega sempre più pesante.
Mitsubishi ha ammesso di aver fatto ricorso a un utilizzo improprio dei test sulle emissioni anti-smog sul mercato giapponese fin dal 1991. Il che significa, in poche parole, che i test sono stati manipolati dall’azienda per ben 25 anni di tempo. Un’enormità.
Nel corso di una conferenza stampa tenuta a Tokyo, Mitsubishi Motors ha detto di aver intenzione di istituire una commissione speciale d’inchiesta interna – composta da esperti esterni, tre ex pubblici ministeri – che dovrà comunicare i risultati delle indagini dopo tre mesi circa di studio del caso.
La società ha intanto presentato al ministero dei Trasporti i dati sulle emissioni dal 1991 a oggi. Il titolo Mitsubishi oggi è crollato in Borsa di un altro -10%, una perdita che si va ad aggiungere a quella già molto netta delle tre, quattro sedute precedenti.
“Segnaleremo ogni abuso al governo”, aveva detto immediatamente il Ceo del gruppo. Scaricando la responsabilità su qualche singolo, il top manager Ken Kobayashi aveva assicurato che la dirigenza avrebbe usato il pugno duro contro la libera iniziativa di qualcuno, che in due giorni aveva portato a un crollo dei titoli azionari del -35%.
Nonostante le contromisure, intanto però posizione della casa giapponese si aggrava dopo che il 20 aprile ha ammesso di aver manipolato i dati relativi alla pressione degli pneumatici.