Secondo una ricerca dell’influente istituto Ifo di Monaco, pubblicata in anteprima dalla Faz, l’ascesa dei partiti populisti nell’Europa meridionale non sarebbe dovuta alla crisi economica e dell’euro. Il direttore dell’istituto Hans-Werner Sinn, ha esposto una tesi del tutto opposta: la colpa è dell’interventismo della Bce che si sarebbe addentrata, attraverso il Qe, in un territorio che disincentiva le riforme necessarie al recupero della competitività delle economie periferiche. Se queste hanno intrapreso ultimamente un percorso di ripresa, per Sinn si tratta di un “Flash Keynesiano”, ovvero un fuoco di paglia creato dai salvataggi, dalle misure di sostegno, dall’abbassamento artificiale dei tassi di interesse e dai diversi programmi di acquisto titoli della Bce.
L’istituto Ifo, lo ricordiamo, è un gruppo di ricerca economica ritenuto vicino ad Angela Merkel e di impostazione convintamente rigorista. Secondo Sinn, “Italia e Portogallo in 10 anni non hanno fatto nulla di concreto per migliorare la loro competitività” e poco meglio avrebbero fatto la Francia e ancor di più Grecia e e Spagna. I dati sulla produzione manifatturiera sono quelli più evidenti: rispetto ai tempi pre-2011 (anno della crisi degli spread) l’Italia ha perso il 17% e Grecia e Spagna addirittura il 20% la Francia il 9% mentre la Germania ha guadagnato il 9%. Queste cifre gettano una luce sui problemi economici che hanno portato al violento e drammatico aumento dei partiti estremisti in questi paesi negli ultimi anni”, commenta Sinn.
Secondo l’impostazione dell’Istituto Ifo, che traspare dalle anticipazioni della Faz, un atteggiamento meno morbido della Bce avrebbe portato le economie dell’Europa meridionale a riformarsi in modo radicale. L’esempio portato da Sinn è quello dell’Irlanda, il Paese che più ha recuperato in termini di Pil rispetto alla crisi: “Non è successo grazie agli aiuti, ma perché il paese è entrato in crisi già alla fine del 2006, non ha ricevuto nessun aiuto ed è stato costretto a tirare la cinghia – con una riduzione dei prezzi e dei salari”.