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Siria, Trump: “abbiamo sconfitto ISIS”. Ma ritiro avvantaggia nemici Usa

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Donald Trump è convinto di aver vinto la battaglia contro l’ISIS in Siria e che quindi il momento sia propizio per permettere il rientro in patria delle truppe statunitensi dispiegate nell’area nord-est della nazione mediorientale tramortita da una decina d’anni di guerra per procura.

La decisione del presidente americano va contro il parere degli esperti del Pentagono, ma come è ormai diventata una caratteristica della sua presidenza, Trump ha preferito tirare dritto e fare di testa sua. A parte l’opinione contraria dell’intelligence nazionale, a nutrire qualche dubbio sono anche i commentatori e politologi.

Secondo i critici, la mossa finirà per lasciare gli Stati alleati di Washington in difficoltà, mentre il regime di Assad, la Russia e l’Iran ne usciranno rafforzati. C’è anche chi parla di un vero e proprio regalo all’ISIS in un momento critico della lotta contro l’organizzazione di stampo terrorista internazionale.

Il Senatore Repubblicano Lindsey Graham dice a un giornalista del Washington Post di essere rimasto completamente attonito dalla deciso di Trump di ritirare i soldati dalla Siria e che si tratta di un “errore grossolano”. “I grandi vincitori della decisione saranno l’ISIS, l’Iran, la Russia e Assad”.

Dal Cremlino hanno salutato con favore la scelta di Trump di lasciare la Siria “il più in fretta possibile”. Il ministero russo degli Esteri ha detto all’agenzia di stampa nazionale Tass che ora che gli Stati Uniti se ne vanno c’e di nuovo speranza” per il futuro del paese.

Compromessi obiettivi per indebolire Iran in Siria

L’esercito russo è attivo in Siria dal 2015 e sta combattendo al fianco del governo Assad contro le diverse fazioni ribelli. Senza gli Stati Uniti di mezzo, i militari russi dovrebbero riuscire a esercitare una maggiore influenza. Idem per l’Iran, alleato di Mosca e nemico storico degli Stati Uniti e di Israele.

Il ritiro annunciato mercoledì da Trump rischia di compromettere il raggiungimento di uno dei massimi obiettivi di politica estera degli Stati Uniti: la rimozione dalla Siria delle forze iraniane e di tutte quelle sostenute dall’Iran (mission comunicata in ottobre dal Segretario di Stato Mike Pompeo).

Il consulente di sicurezza nazionale della Casa Bianca John Bolton ritiene che le truppe Usa non dovrebbero lasciare finché i soldati iraniani (così come i militanti finanziati da Teheran tipo Hezbollah) restano in agguato al confine”.

La presenza militare degli Usa in Iran ha certamente contribuito a indebolire l’influenza dell’Iran e disarticolare l’organizzazione delle sue operazioni in Siria. Per questa ragione, l’abbandono del terreno da parte del personale dell’esercito americano finirà per favorire la Repubblica Islamica.