Società

Stipendi: Italia maglia nera, -6,9% dal 2019

Nonostante i recenti notevoli miglioramenti, l’Italia è ancora indietro rispetto a molti altri Paesi OCSE in termini di occupazione femminile e giovanile, dove sono necessari ulteriori progressi per coprire il numero relativamente elevato di posti di lavoro vacanti.

Così emerge dall’Oecd Employment Outlook 2024 dell’istituto con sede a Parigi secondo cui, nonostante il rallentamento della crescita economica dalla fine del 2022, il mercato del lavoro italiano ha raggiunto livelli record di occupazione e livelli record di disoccupazione e inattività.

 

Salari reali in crescita, ma devono ancora recuperare il terreno perduto

Nella maggior parte dei Paesi OCSE i salari reali stanno crescendo di anno in anno, in un contesto di inflazione in calo. Tuttavia, in molti altri sono ancora al di sotto del livello del 2019. Mentre i salari reali stanno recuperando parte del terreno perduto, i profitti aziendali stanno iniziando a tamponare parte dell’aumento del costo del lavoro. In molti Paesi c’è spazio per i profitti per assorbire ulteriori aumenti salariali, soprattutto perché non ci sono segnali di una spirale prezzi-salari.

L’Italia è il Paese che ha registrato il maggior calo dei salari reali tra le maggiori economie dei paesi sviluppati dell’Ocse. All’inizio del 2024, i salari reali erano ancora inferiori del 6,9% rispetto a prima della pandemia.

Grazie ai rinnovi dei principali contratti collettivi, soprattutto nel settore dei servizi, il numero di dipendenti del settore privato coperti da un contratto collettivo scaduto è sceso nel primo trimestre del 2024 al 16,7% dal 41,9% dell’anno precedente. Ciò ha contribuito a spingere la crescita dei salari negoziati al 2,8% rispetto all’anno precedente.

Nel complesso, la crescita dei salari reali dovrebbe rimanere contenuta nei prossimi due anni, dice l’Ocse. Si prevede che i salari nominali (retribuzione per dipendente) in Italia aumenteranno del 2,7% nel 2024 e del 2,5% nel 2025. Sebbene questi aumenti siano significativamente inferiori a quelli della maggior parte degli altri Paesi OCSE, consentiranno ai lavoratori italiani di recuperare parte del potere d’acquisto perduto, dato che l’inflazione è prevista all’1,1% nel 2024 e al 2% nel 2024.

Tasso di occupazione cresce ma è sotto media

Il tasso di disoccupazione in Italia è sceso al 6,8% a maggio 2024, 1 punto percentuale in meno rispetto a maggio 2023 e 3 punti percentuali in meno rispetto a prima della crisi COVID-19, ma ancora al di sopra della media OCSE del 4,9%. Anche l’occupazione totale è aumentata nell’ultimo anno, con un incremento su base annua del 2% a maggio 2024. Tuttavia, il tasso di occupazione italiano rimane ben al di sotto della media OCSE (62,1% contro 70,2% nel 1° trimestre 2024).

Si prevede che il mercato del lavoro continuerà a crescere nei prossimi due anni: nonostante gli sviluppi demografici negativi, si prevede che l’occupazione totale crescerà dell’1,2% nel 2024 e dell’1% nel 2025.

 

Lavori green-driven: Abruzzo in testa

L’Ocse poi sottolinea che in Italia, il 19,5% della forza lavoro è impiegata in occupazioni green-driven. Di queste, solo il 13,7% sono vere e proprie “occupazioni verdi nuove o emergenti”. Al contrario, circa il 5,1% dell’occupazione italiana è occupato in occupazioni ad alta intensità di emissioni. La quota più alta di occupazioni “green-driven” si trova in Abruzzo, mentre la quota più alta di occupazioni ad alta intensità di gas serra si trova in Sardegna.