ROMA (WSI) – Dopo aver aperto un caso in Ue sul fronte migranti con il no allo sbarco della nave Aquarius, il nuovo governo gialloverde apre un altro capitolo dei rapporti internazionali e questa volta riguarda il Ceta, il Trattato di libero scambio con il Canada.
Il neo ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio ha annunciato la volontà dell’esecutivo di chiedere al Parlamento di non ratificare il trattato commerciale tra Ue e Canada ed altri simili al Ceta, come previsto nel contratto di governo. Entrato in vigore in via provvisoria il 21 settembre scorso, il Ceta è ancora in attesa di essere ratificato dagli Stati membri tra cui anche l’Italia.
“Non si tratta solo di una posizione dei sovranisti della Lega ma i dubbi su questo accordo sono comuni a tanti miei colleghi europei”.
Perché questo secco no? Per il ministro non si può ratificare il trattato con il Canada visto che tutela solo una piccola parte dei nostri prodotti Dop e Igp. Plaude all’iniziativa del governo il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.
“La decisione di non ratificare il trattato di libero scambio con il Canada (Ceta) è una scelta giusta di fronte ad un accordo sbagliato e pericoloso per l’Italia (…) per l’Italia l’opposizione è giustificata dal fatto che con il Ceta per la prima volta nella storia l’Unione europea legittima in un trattato internazionale la pirateria alimentare a danno dei prodotti Made in Italy più prestigiosi, accordando esplicitamente il via libera alle imitazioni che sfruttano i nomi delle tipicità nazionali, dall’Asiago alla Fontina, dal Gorgonzola ai Prosciutti di Parma e San Daniele, ma sarà anche liberamente prodotto e commercializzato dal Canada il Parmigiano Reggiano con la traduzione di Parmesan”.
L’UE non l’ha presa bene e avverte che così il Ceta può veramente saltare. Se l’Italia non ratifica l’accordo con il Canada, si metterebbe in discussione il trattato. Da Bruxelles ricordano tuttavia che la posizione di Centinaio va contro quanto deciso al G7, che ne ha ribadito la priorità”.
“L’Ue lavora perché le politiche commerciali dell’Europa siano benefiche per tutti gli Stati”.