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A Wall Street si potranno scambiare Bitcoin

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Dopo il Nasdaq anche Wall Street apre al trading di Bitcoin. La società madre del New York Stocks Exchange è al lavoro per il lancio di una piattaforma online di scambio di criptovalute che possa permettere ai trader di puntare sul Bitcoin. Lo rivelano i documenti e le email consultati dal New York Times e quattro persone a conoscenza del progetto ancora top secret citate dal quotidiano americano.

L’istituzionalizzazione della moneta crittografica, per dieci anni rimasta un’esclusiva dei mercati non regolamentati che si basa su una tecnologia blockchain (una rete distribuita e decentralizzata di blocchi di dati immutabili), significa che verrà presto giocoforza introdotto un sistema di regolamentazione del Bitcoin, un asset ritenuto un investimento rischioso e speculativo.

La notizia rappresenta una prima assoluta, anche se va considerato che Goldman Sachs – e in questo è stata la prima tra le big di Wall Street – ha già espresso la volontà di aprire una divisione dedicata alle attività di trading di Bitcoin. Sui mercati il Bitcoin è tornato a sfiorare i 10 mila dollari sui mercati, prima dei cali innescati dalle nuove critiche di Warren Buffett e Bill Gates alla crypto più popolare e capitalizzata al mondo.

Gli annunci di Goldman Sachs e dell’Intercontinental Exchange (ICE, società madre della Borsa di New York) precedono quello dell’amministratrice delegata del Nasdaq secondo il quale la società che gestisce l’indice dei principali titoli tecnologici della borsa americana potrebbe aprire una piattaforma di scambio di criptovalute in futuro, una volta che i tempi sono maturi. L’exchange pensato per le monete crittografiche vedrà la luce soltanto se il settore sarà sottoposto a una regolamentazione.

Bitcoin, rimane incertezza su regolamentazione

Il Bitcoin, nato dopo lo scoppio della crisi finanziaria del 2008 dalla mente di un programmatore che si nasconde dietro alla pseudonimo di Satoshi Nakamoto, si fonda sull’idea di offrire un’alternativa monetaria che non sia sottoposta al controllo delle autorità, per andare a rimpiazzare il sistema bancario tradizionale.

Per difendersi dalla minaccia rappresentata dalle monete crittografiche, anziché combattere in campo aperto questo mondo finanziario eterodosso digitale e deregolamentato, le banche tradizionali stanno poco a poco cercando di ritagliarsi un ruolo nel mondo delle crypto, la cui reputazione è migliorata con il tempo. Così facendo stanno dando infatti legittimità al Bitcoin, attirandosi tuttavia le ire di chi aveva creduto nei valori fondatori anarchici del nuovo sistema.

Paul Chou, un ex trader di Goldman Sachs che ha lanciato LedgerX, piattaforma di trading di Bitcoin che ha l’obiettivo di concorrente con i giganti del settore come Intercontinental Exchange, reputa che il suo target sono i grandi proprietari e investitori di Bitcoin e non gli istituti di credito tradizionali.

“La ragione per la quale ci siamo lanciati nel mondo crypto non era per stringere una partnership con una banca, bensì per sostituirla”, ha fatto sapere al New York Times Chou. “Facciamo affari direttamente con i detentori di criptovalute, proprio per sfruttare i vantaggi che offre il Bitcoin, evitando di passare per broker, banche e altri intermediari che chiedono commissioni”.

In un primo momento, Goldman Sachs scambierà esclusivamente contratti futures legati al prezzo del Bitcoin, ma più avanti i dirigenti di Goldman intendono anche comprare e vendere direttamente Bitcoin. ICE dal canto suo, nonostante l’attestato di fiducia al Bitcoin, ha rinunciato all’idea di lanciare un contratto swap legato a Ether, la seconda valuta crittografica per capitalizzazione. Questo per via delle incertezze relative al processo di regolamentazione.