Economia

160 SENATORI CHIEDONO VOTO DIGITALE

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(9Colonne) – Roma, 3 ago – “Oltre ai posti fissi s’introduca anche il voto digitale per combattere il fenomeno dei pianisti”. E’ quanto chiede il senatore dell’Ulivo Massimo Livi Bacci con una lettera al presidente Franco Marini, firmata da altri 159 parlamentari di Palazzo Madama di tutti i gruppi. “L’attuale sistema di votazione d’aula è insostenibile – scrivono i senatori – inquinato dai frequenti abusi commessi che avvengono perché il voto dei senatori non presenti in aula può venire espresso da colleghi compiacenti che utilizzano il dispositivo di voto, rimasto abilitato, del senatore assente. Poiché i tempi di votazione sono rapidi, i segretari d’aula sono di fatto impotenti a controllare con efficienza la regolarità delle operazioni. Ne seguono episodi di contestazione che di frequente eccedono la normale dinamica di un’assemblea, sia pure accalorata. Gli ospiti in tribuna, e coloro che seguono i lavori parlamentari attraverso i media, ricevono un’immagine della vita parlamentare non proprio edificante. Il costo politico del disordine nelle votazioni è elevato – concludono – e del resto ogni voto dato infrangendo le regole erode la fiducia dei cittadini, defraudati di una frazione della loro sovranità. E’ anche nostra opinione che il rimedio proposto, consistente nell’assegnazione di un posto fisso, possa migliorare l’ordine dell’aula ma non elimini gli abusi. Crediamo che l’unico metodo efficace per eliminare alla radice questo grave inconveniente consista nel voto digitale, esprimibile da ogni postazione, che non consente duplicazioni, ed esige la presenza fisica in aula per essere espresso. Le correnti tecnologie sono sicure, a prova di errore ed economiche”.