I mercati globali difficilmente dormiranno sonni tranquilli durante quest’anno. Emerge anche dall’outlook per l’anno scorso di Robeco, presentato nella giornata di oggi alla stampa. Léon Cornellisen, chief economist della società , ha presentato la view dei prossimi dodici mesi della casa di gestione olandese: “Per gli investitori di lungo termine ha senso anticipare questi cambiamenti. Optare per un portafoglio più difensivo è spesso una soluzione di base, ma nell’attuale contesto economico ci sono rischi associati a decisioni troppo brusche e repentine. Pertanto, gli investitori non dovrebbero dimenticare che la pazienza è una virtù anche in questo ambito, poiché crediamo che ci siano ancora delle opportunità di raccogliere premi di rischio nelle principali asset class”.
L’economia dovrebbe comunque continuare a crescere, sia nei mercati sviluppati sia in quelli emergenti. “L’economia americana vedrà un rallentamento principalmente per la minor spinta fiscale rispetto all’anno scorso, difficile che Trump rinnovi questa spinta”. In ogni caso, qualche provvedimento da parte dell’amministrazione americana all’economia potrebbe esserci, come quello delle infrastrutture che potrebbe portare benefici agli investimenti.
La situazione potrebbe iniziare a cambiare nel 2019 e, soprattutto negli anni a venire: “Il contesto di investimento potrebbe cambiare radicalmente nei prossimi cinque anni”, afferma Cornellisen. “Gli investitori non devono, però, dimenticare che la pazienza è una virtù e che ci sono ancora opportunità per raccogliere premi per il rischio nelle principali asset class”.
Anche l’Italia resta sotto i riflettori, anche se Marcello Matranga, responsabile italiano di Robeco, spiega di “credere fortemente nel mercato del risparmio gestito italiano. Dal lancio della brach, tre anni fa, il team si è ampliato notevolmente e abbiamo voluto rafforzare il nostro percorso di penetrazione nel mercato italino“.
Per quanto riguarda il portafoglio, per il 2019 sarà ancora da preferire l’azionario rispetto all’obbligazionario. In particolare, l’equity dei mercati emergenti e dell’area europea. Meno bene l’obbligazionario high yield, che continuerà a non essere attraente da un punto di vista delle valutazioni. “A meno di colossali errori politici – conclude Cornelissen – non ci dovrebbe essere un eccessivo inasprimento della guerra commerciale e la Cina aiuterà il rimbalzo degli emergenti che a oggi scambiano a sconto”.