EUROPA: SI’ A UN FONDO DA $1 TRILIONE. LA BCE INTERVIENE COMPRANDO BOND, IN AIUTO ANCHE LA FED
I 27 ministri delle finanze UE (16 stati membri + 11 esterni) hanno annunciato un pacchetto di salvataggio kolossal “all’americana” di 750 miliardi di euro, pari circa a $1 trilione (1000 miliardi di dollari) che dovrebbe essere sufficiente per bloccare almeno nel breve termine la speculazione anti-euro, prevenire il panico da collasso e fermare il diffondersi del contagio dalla Grecia agli altri paesi PIIGS.
Dopo un meeting ad alta tensione durato oltre 14 ore, l’Europa ha deciso di mettere a disposizione (con quali soldi non e’ chiaro, visto che sono tutti indebitati) 440 miliardi di euro in linee di credito o garanzie, 60 miliardi di altri prestiti direttamente dal bilancio UE mentre il Fondo Monetario Internazionale dovrebbe mettere sul piatto ulteriori 250 miliardi, in forma di prestiti disponibili per i paesi in difficolta’.
Inoltre – in aperta violazione del Trattato di Maastricht sui e’ fondata l’Europa, cioe’ in violazione del principio che considera proibiti i prestiti dalla BCE agli stati membri – la BCE si impegna ad acquistare bond sia emessi dagli stati europei sia dalle aziende dell’area euro, per iniettare liquidita’ nel sistema e stabilizzarlo di fronte agli attacchi speculativi. Infine la Fed e altre grandi banche centrali promettono di intervenire sul mercato con swap sul dollaro e la riapertura di linee di credito di emergenza.
Appena circolate le prime indiscrezioni, verso le 22:45 di domenica, l’euro e’ partito al rialzo sui mercati forex, in forte recupero: +1,30% sopra quota 1.29 (vedi cambio eur/usd in tempo reale). I future S&P500 a Tokyo in nottata erano in crescita +2.3% e quelli sul Dow Jones +2.0%. L’indice MSCI Asia Pacific e’ salito per la prima volta dopo sei giorni di ribassi, ma solo +0.4%. A Tokyo l’indice Nikkei 225 a meta’ seduta segnava +1.3% a quota 10499.
In parallelo al pacchetto di prestiti da 750 miliardi di euro approvato dai ministri UE, la Banca centrale europea ha annunciato con una mossa senza precedenti che interverra’ sui mercati del debito pubblici e privati, cioe’ dei bond dell’area euro (Securities Markets Program) per assicurare la liquidita’ e profondita’ necessarie a “mercati che sono diventati disfunzionali”, senza peraltro intaccare le politiche fiscali e di bilancio dei singoli paesi. La clamorosa strategia della BCE, in stile Federal Reserve, di intervenire sul mercato aperto comprando bond (“elicottero Trichet” come il famoso “elicottero Bernanke”?) ha il preciso intento di bloccare la speculazione che con il filone dei debiti sovrani delle nazioni piu’ disastrate fiscalmente sta minacciando di disintegrare l’euro sconquassando i mercati. Secondo le ultime stime il rapporto deficit/pil raggiungera’ l’8.5% per il Portogallo e il 9.8% per la Spagna entro la fine dell’anno, cioe’ piu’ del triplo rispetto alle “griglie” (ormai jurassiche) stabilite dal Trattato.
Sempre con l’obiettivo di fermare la speculazione, diventata molto aggressiva dopo la crisi della Grecia, con un altro passo straordinario parallelo che conferma l’eccezionalita’ del coordinamento globale dovuta all’estrema gravita’ della situazione, la Federal Reserve ha riaperto stanotte le linee di credito verso l’Europa che erano state chiuse lo scorso febbraio, una volta esaurita l’urgenza dell’ultimo maxi-salvataggio, cioe’ quello da $750 miliardi approvato da Tesoro Usa e Fed a fine 2008.
L’obiettivo della Fed e’ di sifonare dollari in Europa (visto che nel mondo c’e’ un’alta domanda di valuta americana mentre nessuno vuole euro) con l’aiuto di molte altre banche centrali tra cui Bank of Canada, Bank of England, la stessa BCE e la Banca nazionale Svizzera (la Banca del Giappone partecipera’ in un secondo momento). “Questa azione e’ stata intrapresa in risposta al riemergere di stress sui mercati finanziari in Europa”, dice la Fed, “e per evitare che le tensioni si propaghino ad altri mercati”.
Con questo piano l’Europa si gioca quindi il futuro cercando di approntare i mezzi per fermare almeno momentaneamente la speculazione ed evitare che il castello dell’euro crolli. Vedremo stamattina come reagiranno le borse europee ed entro qualche settimana se l’obiettivo di salvare l’euro sara’ stato raggiunto.
Le difficolta’ e gli ostacoli che hanno portato al varo di tali misure eccezionali, da guerra finanziaria nucleare, si erano avvertite all’inizio della riunione fiume di stanotte tra i 27 ministri dell’Ecofin, con una prima grave spaccatura quando Londra ha annunciato che non apporterà la propria garanzia al fondo d’urgenza al quale si lavora a livello europeo per aiutare i Paesi in difficoltà. Anche la Germania ha creato un serio problema sul fondo “salva euro”: per Berlino la questione stava nelle “garanzie dei prestiti” che non solo la Commissione ma anche i singoli Stati dell’Eurozona dovrebbero fornire ai paesi in difficoltà, secondo il progetto dell’esecutivo Barroso.
La moneta europea ha perso la scorsa settimana il 4.2% e il 15.0% da novembre nei confronti del dollaro, scivolando venerdi’ 7 maggio ai minimi di 14 mesi. I titoli di Stato e i CDS (credit default swaps), delle nazioni col debito piu’ esplosivo, i PIIGS, con in testa l’Italia, erano venerdi’ ai massimi storici per la drammaticita’ della crisi. Le borse europee sono calate la scorsa settimana ai minimi degli ultimi 18 mesi, con l’indice Stoxx Europe 600 in calo -8.8%. La Borsa di Milano ha perso il doppio, con un crollo di -16.42% negli ultimi 6 mesi.
Per i 27 ministri finanziari della UE, riuniti nell’Ecofin, e’ stata una corsa contro il tempo. Un pacchetto di misure serie e credibili per rassicurare i mercati doveva essere approvato prima dell’apertura delle borse orientali in Australia, Nuova Zelanda e Tokyo.
Il presidente Usa Barack Obama, terrorizzato dall’inazione politica europea che sta provocando danni collaterali pesantissimi anche a Wall Street (il crollo intraday di -9.2% giovedi’ scorso e’ da “cod-red” – codice rosso – per la Casa Bianca) domenica pomeriggio ha chiamato per la seconda volta in tre giorni la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Nicholas Sarkozy, per discutere la situazione (tra l’altro e’ molto indicativo che la Merkel sia stata sconfitta proprio domenica alle elezioni locali tedesche). Il portavoce della Casa Bianca Bill Burton ha precisato che Obama avrebbe ribadito ai due maggiori leader europei – gli unici di cui il presidente Usa si fida: figurarsi se telefona a Barroso – la necessita’ di intraprendere passi e azioni risolute e “forti” per riportare fiducia e rassicurare i mercati. In effetti poi il pacchetto di salvataggio annunciato e’ stato “enorme” rispetto alle aspettative, Obama deve aver spiegato cosa ha vissuto lui durante la crisi americana e i crolli di borsa. Sarkozy e la Merkel si sono sentiti a loro volta al telefono, “constatando il loro completo accordo” sulle misure decise dall’Ecofin.
La posizione della Gran Bretagna – che non ha voluto impegnarsi a sborsare neanche un euro per salvare un’Europa di cui non ha infatti adottato la moneta – ha rischiato di ostacolare il meccanismo di prestiti garantiti. Siccome pero’ per l’approvazione del pacchetto non era richiesta l’unanimità, ma solo la maggioranza qualificata, Sarkozy e Merkel avevano sottolineato la necessità di andare avanti comunque, anche senza avere il sì di tutti e 27 gli Stati membri Ecofin.