(Teleborsa) – L’economia si surriscalda in Cina, confermando le preoccupazioni per l’aumento dell’inflazione della maggiore economia emergente asiatica. Dai dati giunti da Bejiing emerge un balzo della produzione industriale del 16,5% a maggio, poco sotto i livelli di aprile, ed un’accelerazione delle vendite al dettaglio al 18,7%. Ma le note negative arrivano con i dati sull’inflazione, c9omprensibili data la forte accelerazione dell’attività economica. Il tasso di inflazione è lievitato infatti al 3,1%, superando le attese degli economisti e il target annuale fissato dal Governo cinese al 3%. E ora i tassi? Probabilmente la Peoples Bank of China sarà costretta ad operare una nuova stretta monetaria, per calmierare i prezzi in rapida ascesa nel Paese dell’Estremo Oriente. L’ultimo intervento della Peoples Bank of China risale al 3 maggio scorso, quando la banca centrale aveva tentato di raffreddare l’economia, assorbendo parte della liquidità in eccesso, alzando il coefficiente di riserva sui depositi delle banche di 0,5 punti e portando il reserve requirement ratio delle banche di grandi dimensioni al 17% e quello degli Istituti piccoli e medi al 15%. Si trattava del terzo aumento consecutivo quest’anno. In effetti, i prestiti delle banche hanno segnato un rallentamento attestandosi a 639,4 mld di yuan dai 774 mld del mese precedente. Il dato, peraltro, si conferma ancora più elevato delle previsioni degli economisti, che attendevano un calo più marcato attorno ai 600 mld di yuan.
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