(WSI) – Non bastava la truffa da 60 miliardi per cui sta scontando la prigione a vita tra le quattro mura di Butner, North Caroline: adesso spunta anche il tesoro segreto. L’ultima su Bernie Madoff sembra la versione corretta Wall Street del Conte di Montecristo: il finanziere di 72 anni avrebbe confessato a uno dei suoi “colleghi” di prigione più fidati che prima di essere arrestato sarebbe riuscito a nascondere un bottino da 9 miliardi di dollari.
E dove si troverebbe questo ben di Dio truffato ai poveri investitori? Cercate il socio, dice il detenuto talpa: “Madoff sostiene che Frank DiPascali conosce i nomi delle tre persone a cui ha affidato il tesoro. E che però adesso Frank sta usando questo segreto per contrattare un trattamento migliore con i federali”. DiPascali aspetta ancora che gli venga affibbiata una sentenza: ma intanto, ovviamente in gattabuia, sta collaborando con gli investigatori.
La storiella del bottino nascosto è stata spifferata dal compagno di cella di Bernie al New York Post, il tabloid di Rupert Murdoch informatissimo sulle sue avventure. C’è da credergli? L’amico in prigione sembra informatissimo sul suo vicino eccellente. Dice che Madoff avrebbe cominciato a confidarsi con lui dopo il trattamento con una strizzacervelli. L’uscita del libro della sua amante, Sheryl Weinstein, che raccontava come il finanziere l’avesse sedotta (tanto sesso e un po’ di marijuna), truffata e abbandonata, aveva ridotto l’anziano truffatore a uno straccio: temeva di perdere l’amore dell’unica persona al mondo che gli è rimasta, visto che anche i figli Andrew e Mark non gli rivolgono più la parola, tenuti anche loro all’oscuro della truffa. La sua Ruth continua però a fare la spola tra New York e Butner e ad alleviare con le sue visite le giornate che Mister Truffa trascorre in compagnia di tipini come Carmine Persico, il vecchio mafioso con cui gioca a bocce, o Jonathan Pollard, l’ex spia americana che si vendette a Israele.
Certo se il bottino segreto ci fosse davvero sarebbe l’unica bella notizia da due anni a questa parte per le povere vittime della truffa che aspettano ancora di essere risarcite. Sempre il compagno di cella chiacchierone dice che Bernie, negli ultimi tempi, avrebbe finalmente mostrato i primi segni di pentimento: evidentemente non così forti da spingerlo a rivelare i nomi di chi nasconderebbe il suo tesoro. (a. aq.)
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