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E ora attenti anche all’oro: rischia un forte sell off

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Questa mattina cominciamo il nostro pezzo concentrando l’attenzione sull’oro. Esso ha confermato, se mai ce ne fosse stato bisogno, il suo stato di safe-heaven che, durante questa nuova fiammata della crisi, che mette in discussione qualunque rosea aspettativa circa il futuro dell’economia mondiale a partire dai problemi dei debiti sovrano di alcuni stati europei (PIIGS), passando dai grossi problemi della Gran Bretagna fino ad arrivare all’esplosione del debito negli Stati Uniti che è motivo di grosse preoccupazioni, esso abbia compiuto un rally importante.

Se ai problemi indicati poc’anzi aggiungiamo il fatto che cominciano ad esserci timori che si possa arrivare ad una crisi subprime 2, che potrebbe innescarsi nel Vecchio Continente e che avrebbe un impatto devastante ancora sul settore finanziario, e se consideriamo il fatto che le banche US hanno circa il 48% della propria esposizione globale – 1.5 trilioni di $ -nella zona euro e in UK e che quindi, anche allo stato dell’arte attuale, i problemi sui debiti sovrani impatteranno comunque inevitabilmente sul settore della finanza, capire come si sia arrivati al nuovo massimo assoluto toccato dal metallo giallo a 1265.45 due giorni fa non è affatto difficile (siamo saliti del 17% durante la prima metà del 2010, se non è un bene rifugio questo…).

Ma in situazioni come quella appena descritta, dove il mercato è sbilanciato in maniera importante sul lato long, è possibile assistere ad importanti prese di profitto, che potrebbero far indebolire l’oro. Queste chiusure di posizioni long sono cominciate in serata del 21, quando, abbandonati i massimi siamo arrivati a 1230.65, per poi assistere ad una giornata di consolidamento intorno a questi nuovi livelli.

Ora l’analisi tecnica ci deve venire in aiuto per cercare di comprendere quali siano i livelli importanti da tenere sotto osservazione per cercare di catturare le evoluzioni future della quotazione.

Se osserviamo un grafico giornaliero del CFD sull’oro (simbolo XAU/USD sulle piattaforme offerte de Forex Capital Markets), notiamo come sia stato segnato un importante massimo lo scorso 3 dicembre 2009 a 1226.39, che coincide con l’area individuata dalla media mobile esponenziale a 21 periodi (passante per 1227.07) che può essere considerata come un livello di supporto dinamico.

Se a questo aggiungiamo la brusca frenata sulle prime prese di profitto di cui abbiamo parlato, avvenuta in area 1230.00, possiamo arrivare alla conclusione che l’area intorno a 1230.00 sia da considerare come cruciale per le sorti dei prezzi delle once del prezioso metallo.

Se continua la fase di consolidamento che potrebbe essere cominciata ieri, ci si manterrà probabilmente tra 1230.00 e 1245.00 (si potrebbe fare fatica a rompere nuovamente 1250.00 così velocemente). Attenzione che, in caso di rottura dell’area di supporto indicata, potrebbe innescarsi un forte sell-off, guidato sia dalle ulteriori prese di profitto di chi, fino a che l’ultimo punto supportivo al movimento rialzista indiscutibile non è stato rotto, è voluto rimanere nel trend, e di chi è pronto ad entrare in posizioni short per sfruttare l’accelerazione a ribasso data dallo sfondamento di un livello individuato da molti trader.

Passiamo ad un po’ di analisi tecnica sul mercato valutario per trarre qualche spunto per la giornata appena cominciata.

Probabilmente per meglio comprendere le possibili evoluzioni dell’eurodollaro è necessario utilizzai strumenti più di breve periodo, per esempio un grafico a 5 o 10 minuti. In questo caso vedremmo che successivamente al doppio massimo di lunedì scorso, a 1.2460, la discesa dei prezzi è sempre stata arginata, in ogni tentativo di ripresa, da una trendline che per le prossime ore transita esattamente sul punto dove ci troviamo ora, 1.2260.

Possiamo ipotizzare quindi che se dovesse tenere ulteriormente questa resistenza dinamica potremmo ritrovare i prezzi verso il prossimo supporto di 1.2170 (altro non è che il 50% di ritracciamento del movimento compreso fra 1.1880 e 1.2460).

Vediamo ora il cambio UsdJpy, che continua di fatto la propria discesa iniziata da 92.80 con il nuovo superamento a ribasso di 90.80. L’idea di fondo è che sino ad un definitivo superamento a rialzo della resistenza poco al di sopra di 91 (91.20 per le prossime ore), la tendenza possa rimanere negativa e condurre nuovamente i prezzi verso 89.50-89 figura, livelli di metà maggio.

La correzione vista sul cambio EurJpy negli ultimi giorni potrebbe andare a rallentare nei pressi della prima area di supporto a 110.30, vicino quindi ai prezzi odierni. Consideriamo invece come resistenza per oggi l’area prossima a 111.60.

Il cable oggi ha la possibilità di giungere al precedente massimo di lunedì a 1.4930, dati gli oscillatori con un po’ di spazio residuo, non totalmente in ipercomprato, e la buona ripresa fatta registrare dal pomeriggio di ieri. Si trova piuttosto lontano il livello di supporto della ripresa messa a segno da 1.4230: è per i prossimi giorni in area 1.45.

Interessante potrebbe essere l’evoluzione del cambio GbpJpy poiché la volatilità è diminuita ed i prezzi si stanno muovendo all’interno di un range molto stretto da un paio di settimane. I due livelli di attenzione sono dati da 135.90 sopra e da 133.30 sotto. Se dovessimo assistere ad una rottura ribassista con buona probabilità ci potremmo ritrovare a 130.50 in poco tempo.

Seppur sia inclinata molto negativamente, la trendline discendente, che racchiude il movimento sull’eurofranco da metà mese, continua ad essere rispettata perfettamente. Gli obiettivi continuano a dare livelli prossimi a 1.35, ma ciò che più forse più interessa è che una prima ripresa possa avvenire solamente con un ritorno dei prezzi al di sopra di 1.3630. Poi ovviamente si dovrebbe fare i conti con i successivi 1.3760 e 1.3810.

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