(Teleborsa) – Nel primo trimestre 2010 il numero di occupati risulta pari a 22.758.000 unità segnalando un calo rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente pari allo 0,9 per cento (-208.000 unità). La perdita dell’occupazione è la sintesi di una significativa riduzione della componente italiana (-391.000 unità) e di una sostenuta crescita di quella straniera (+183.000 unità), si legge in una nota dell’ISTAT. Prosegue la forte riduzione del numero degli occupati nell’industria in senso stretto, soprattutto nel Nord. Al protrarsi del forte calo dei dipendenti a tempo indeterminato si contrappone la sostanziale battuta d’arresto della caduta del lavoro temporaneo (dipendenti a termine e collaboratori) e il consolidamento dell’occupazione a orario ridotto. In termini destagionalizzati l’occupazione totale registra una variazione posi-tiva dello 0,1 per cento rispetto al trimestre precedente. Il tasso di occupazione è pari al 56,6 per cento, con una flessione di otto decimi di punto percentuale rispetto al primo trimestre 2009, mentre il numero delle persone in cerca di occupazione raggiunge 2.273.000 unità (+291.000), con un aumento del 14,7 per cento rispetto al primo trimestre 2009. L’incremento della disoccupazione si concentra ancora una volta nel Centro-nord e tra gli individui che hanno perso la precedente occupazione. Alla crescita della disoccupazione si accompagna un moderato incremento degli inattivi (85.000 mila unità), sintesi di una lieve riduzione delle non forze di lavoro italiane e di una ulteriore crescita di quelle straniere. Il tasso di disoccupazione è pari, nella media del primo trimestre, al 9,1 per cento (7,9 per cento nel primo trimestre 2009). Il tasso di disoccupazione destagionalizzato aumenta di un decimo di punto rispetto al trimestre precedente. Oggi viene inoltre diffuso l’aggiornamento delle stime mensili relativamente al primo trimestre 2010. Sulla base di tale aggiornamento i dati provvisori destagionalizzati, relativi ad aprile 2010, mostrano rispetto a marzo 2010 una lieve crescita dell’occupazione (0,2 per cento) ed una stabilità del tasso di disoccupazione (8,7 per cento).