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Mercati ancora condizionati dalla crisi debito greco

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(WSI) – Tassi di interesse: in area Euro i tassi di mercato hanno chiuso in calo sulla scia del ribasso dei listini azionari europei che hanno perso tra l’1,5% ed il 3%. In allargamento gli spread sui titoli governativi periferici con quello Italia-Germania che questa mattina si attesta oltre i 145pb. Particolarmente sotto tensione la Grecia.

Lo spread Germania-Grecia sul tratto a 10 anni è salito a 783pb, ancora distante dal massimo di 965pb raggiunto a maggio. Il costo della protezione dall’insolvenza (Cds) sul tratto a 5 anni è invece salito a 1125pb ieri, nuovo record storico. Le tensioni sul debito greco potrebbero ricollegarsi in parte anche a fattori tecnici, collegati all’esclusione a fine giugno del debito greco da alcuni indici come ad es. Citigroup, Barclays e Markit iBoxx., in seguito al recente downgrade di Moody’s.

Secondo il quotidiano britannico Guardian, la Grecia avrebbe messo in vendita parti di alcune isole per raccogliere fondi. La Banca d’Inghilterra ha dichiarato che la crisi governativa in area Euro ha aumentato il rischio d’instabilità nel sistema finanziario britannico. Pertanto le banche inglesi dovranno aumentare il proprio capitale per far fronte ad eventuali crisi future.

Secondo FT il comitato di Basilea proporrà al G20 (in programma nel week end) una bozza meno stringente circa i limiti di capitale da imporre alle banche. Il cambio più significativo rispetto al precedente prospetto riguarderebbe il volume di fondi liquidi che le banche dovrebbero detenere per proteggersi verso shock finanziari, un’ipotesi molto dibattuta gli eventuali effetti che potrebbe comportare sul costo della liquidità stessa.

In Italia si è concluso ieri il collocamento del nuovo CCTeu, ossia indicizzato al tasso Euribor a 6 mesi + spread, collocato per un importo complessivo di 5Mld€ a fronte di una domanda totale di oltre 7Mld€, collocata, per la parte cash, in buona misura presso investitori domestici (75%), a fronte del 7,6% in Uk/Irlanda e 6,8% Germania/Austria.

Sul fronte macro questa mattina il dato finale del Pil francese del primo trimestre è stato confermato al +0,1% t/t e +1,2% a/a. Negli Usa tassi di mercato in lieve rialzo malgrado il calo marcato dei listini azionari cui hanno contribuito soprattutto il comparto delle materie prime, energetico e finanziario.

In particolare gli operatori sono in attesa del possibile testo finale in discussione al congresso la fine di riconciliare i differenti testi di riforma finanziaria approvati da camera e senato. Il focus è soprattutto sulla possibilità di una regolamentazione finale più o meno stringente soprattutto sul tema derivati. Ben accolta ieri l’asta da 30Mld$ sul comparto a 7 anni, anche da parte delle banche centrali estere (sottoscrizione pari al 51%). L’andamento del mercato azionario riflette in parte anche aggiustamenti di portafoglio di fine semestre, in vista della stagione delle trimestrali di luglio.

Valute: euro in recupero vs dollaro, malgrado l’allargamento degli spread su titoli greci alla vigilia del vertice del G-20 di Toronto, dove probabilmente si discuterà di tematiche inerenti l’ipotesi di implementazione di una tasse sulle banche, oltre eventualmente alla recente decisione cinese in merito allo yuan.

Primo livello di resistenza a quota 1,2385. Lieve deprezzamento dello yen durante la notte nonostante il calo della borsa giapponese. Verso euro il supporto si colloca a 109,50. Apprezzamento dello yuan cinese verso dollaro, con il cross che ha toccato un nuovo minimo storico a 6,7863yuan/$.

Materie Prime: giornata sostanzialmente positiva per la maggior parte delle componenti dell’indice GSCI. Stabile il greggio Wti (+0,2%) in calo il gas naturale (-1,2%). Positivi i metalli industriali guidati dal rame (2,8%). In rialzo anche i metalli preziosi con l’oro tornato in prossimità dei 1250 $/oncia. Tra gli agricoli da segnalare l’ennesima giornata in rialzo per il caffè (+5,1%) sui massimi da oltre 12 anni.

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