Società

Goldman Sachs: seguite i suoi consigli. E perderete

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

L’accusa di frode della Sec? Non e’ l’unico problema d’immagine e legale per Goldman Sachs. Col trading la piu’ famosa banca di Wall Street (soprannominata negli ambienti finanziari di Manhattan “La Piovra”) guadagna sempre per se’ stessa, ma i clienti in 7 casi su 9 hanno perso barcate di soldi. Per cui agli investitori quanche sospetto potrebbe pure venire, mentre si rafforza la scuola di pensiero di chi suggerisce di utilizzare i consigfli di trading di GS come indicazione “contrarian”, cioe’ fare in borsa esattamente l’opposto.

A sollevare la questione non e’ un qualsiasi blog finanziario Usa di estrema destra infervorarato da tesi cospirazioniste e anti-semite, ma e’ l’autorevole sito Bloomberg.com: Goldman Sachs ha macinato profitti grazie al trading ma quest’attivita’ non ha reso allo stesso modo per chi ha seguito i suoi consigli. Anzi.

Se vuoi guadagnare con i titoli e i comparti giusti, segui INSIDER. Se non sei abbonato, fallo subito: costa solo 0.86 euro al giorno, provalo ora!

Un esempio? In sette casi su nove, i titoli o le valute preferite dal broker per il 2010 (e in quanto tali definiti “recommended top trades”) hanno generato perdite per chi ci ha scommesso sopra. Tradotto in numeri: -14% per chi ha comprato lo zloty polacco contro lo yen, -9.4% per chi ha messo in portafoglio azioni cinesi a Hong Kong e -9.8% per la sterlina contro il dollaro neozelandese.

Insomma, Goldman Sachs (gia’ alle prese con una reputazione tutt’altro che fiorente dopo l’accusa di frode lanciata dalla Sec) dimostra ancora una volta di far fatica a prevedere con esattezza l’andamento del mercato, alle prese con ampliamenti dei deficit statali, ripresa economica globale alquanto lenta e incremento della volatilita’ alla luce anche di restrizioni normative per il comparto finanziario.

“Tutto cio’ non fa che suggerire che i ragazzi di Goldman sono semplicemente umani”, ha commentato Axedl Merk, che gestisce masse per $500 milioni come numero uno di Merk Investments a Palo Alto, in California.

La banca, attraverso il suo portavoce, si e’ semplicemente trincerata dietro un no comment. A Wall Street e’ l’istituto che ha generato il maggior numero di profitti dal trading. Nei primi tre mesi dell’anno ne ha registrati $7.39 miliardi dalle attivita’ legate al fixed-income, alle valute e alle materie prime battendo cosi’ I $5.52 miliardi messi a segno dal suo principale rivale, Bank of America. Per l’azionario la cifra e’ stata di $2.35 miliardi, il 50% in piu’ del competitor.

Oltre a questo capitolo spinoso per Goldman Sachs, c’e’ poi il capitolo della Abby Joseph Cohen, uno dei bersagli preferiti di Wall Street Italia, perche’ e’ la strategist di Goldman Sachs piu’ rialzista di Wall Street e anche quella che ci azzecca meno in assoluto. Un bel rally del 16% da qui a fine anno, prevede adesso la Cohen. Grazie anche al traino di materie prime, titoli energetici. Ma anche industriali e settore IT sembrano destinati a comportarsi bene.

Nonostante i chiari di luna sul mercato lei non cambia idea e torna a confermare posizioni gia’ espresse nei mesi scorsi. L’analista ha ribadito il target per l’S&P 500 stimato per fine anno, esattamente come indicato il 18 febbraio e poi il 18 maggio scorsi: quota 1250. Livello, questo, definito “ben supportato dalle aspettative” se si considera, dice l’esperta, il mercato ondivago nella prima parte dell’anno nonostante i profitti delle aziende abbiano eccelso.

“Crediamo che il mercato azionario stia gia’ prezzando piu’ notizie cattive che buone. Le valutazioni sono migliori ora che non qualche mese fa”, ha detto alla Cnbc aggiungendo che “la cosa piu’ importante che noi vediamo non e’ la recessione ne’ tanto meno una doppia recessione. Noi intravediamo un crescente miglioramento del Pil, seppur a un ritmo lento”.

Quanto ai timori riguardanti i debiti sovrani europei, facendo riferimento all’azione aggressiva della banca centrale, Cohen ha spiegato che “il peggio e’ ormai passato in termini di paura del contagio, ma restiamo a vedere”.