(Teleborsa) – Nel 2009 i differenziali nei livelli dei prezzi al consumo tra le diverse città italiane risultano non trascurabili. In generale, i prezzi registrati nelle città settentrionali sono superiori a quelli dei capoluoghi del Centro e soprattutto del Mezzogiorno del Paese. Lo rileva l’Istat. La città più cara è Bolzano (105,6) e quella meno cara è Napoli (93,8); nel complesso la dispersione del livello dei prezzi nelle diverse città intorno alla media nazionale è del 3,7 per cento. Come città più care, dopo Bolzano (prezzi superiori del 5,6 per cento rispetto al livello medio nazionale) si trovano Bologna (più 4,9 per cento) e Milano (più 4,7 per cento); come città meno care, dopo Napoli (prezzi inferiori alla media del 6,2 per cento) compaiono Campobasso (meno 5,8 per cento) e Potenza (meno 5,3 per cento). Analizzando le parità di potere d’acquisto calcolate per i diversi raggruppamenti di spesa emergono due gruppi di città, caratterizzati da prezzi sistematicamente più alti (o più bassi) rispetto alla media nazionale per tutti gli aggregati di spesa considerati: quelle che evidenziano livelli dei prezzi superiori alla media nazionale in tutti i raggruppamenti di spesa sono Bolzano, Milano e Genova. I capoluoghi che registrano livelli dei prezzi sistematicamente inferiori a quelli medi nazionali sono Palermo, Potenza e Campobasso. Tutte le città che fanno parte del gruppo di quelle sistematicamente più care sono situate nell’Italia settentrionale; tutte quelle del gruppo delle città persistentemente meno care nell’Italia meridionale. I raggruppamenti di spesa che registrano la maggiore dispersione dei livelli dei prezzi al consumo tra le città sono quelli relativi a Abitazione, acqua, energia elettrica e combustibili e Servizi sanitari e spese per la salute. Sul lato opposto, l’aggregato con la maggiore omogeneità dei livelli territoriali dei prezzi è quello dei Trasporti e comunicazioni, seguito da Abbigliamento e calzature.
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