(Teleborsa) – Cinquantamila coltivatori e allevatori della Coldiretti hanno assediato i valichi di frontiera e i principali porti per difendere il Made in Italy a tavola dagli inganni e dalle contraffazioni che costano all’agroalimentare nazionale 60 miliardi di euro, persi tra Italia e estero. Lo rende noto la Coldiretti, a conclusione della Giornata Nazionale dell’ Anticontraffazione”, nel tracciare un bilancio di una mobilitazione durante la quale solo ai valichi di frontiera del Brennero e del Frejus sono state scoperte quasi 15mila cosce di maiale provenienti dai Paesi del Nord Europa e destinati a diventare prosciutti italiani, milioni di litri di latte dalla Germania diretti verso stabilimenti per essere confezionati e trasformati come formaggi Made in Italy, ma anche pesto tedesco da “nazionalizzare”, mele argentine e kiwi cileni. Decine di auto civetta hanno seguito i carichi piu’ inquietanti fino a destinazione per scoprire carichi di cosce di maiale diretti a Langhirano nella patria del prosciutto o mele argentine destinate a Verona, ma anche mozzarelle dirette in Campania e consistenti quantitativi di carne suina e bovina che attraversavano la Sicilia dal porto di Messina all’Agrigentino, mentre gran parte del latte prendeva la strada dei principali stabilimenti della Lombardia dove si produce il 40 per cento del latte italiano. Un bilancio preoccupante viene anche dall’assalto ai porti come a Bari dove i coltivatori della Coldiretti sono andati all’arrembaggio a due navi che trasportavano 27 milioni di chili di grano extracomunitario destinato a produrre pasta italiana mentre ad Ancona i coltivatori esterrefatti hanno visto sbarcare addirittura venti tonnellate di pasta “italiana” fatti in Grecia da una famosa marca oltre a pesche sciroppate col nome di una famosa città campana, olio d’oliva ellenico diretto in Toscana, aceto di vino in viaggio per Modena. Sul litorale romagnolo una motonave di produttori agricoli ha pattugliato il mare antistante il porto di Ravenna, che con 800 mila tonnellate di prodotti agricoli e 1.800.000 tonnellate di prodotti agro-alimentari è un altro dei principali punti dell’import alimentare italiano. Decine i camion controllati a Salerno con l’ausilio della Guardia di Finanza che hanno posto in essere verifiche di conformità e di corretta etichettatura. In particolare si potuto verificare che alcune conserve in transito provenienti dalla Sicilia non riportassero alcuna indicazione circa l’origine della materia prima, sicuramente non italiana. Il risultato è che – precisa la Coldiretti – due prosciutti su tre venduti come italiani sono provenienti da maiali allevati all’estero, tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro sono stranieri senza indicazione in etichetta, oltre un terzo della pasta ottenuta da grano che non è stato coltivato in Italia all’insaputa dei consumatori, e la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere. Per questo va sostenuta in Parlamento l’approvazione del disegno di legge sull’etichettatura obbligatoria di origine degli alimenti che al Senato e’ già stato ampiamente condiviso’ sia in commissione Agricoltura che in Aula. Un segnale incoraggiante – continua la Coldiretti – è appena arrivato dal Parlamento Europeo che, sotto il pressing della Coldiretti, ha votato finalmente a favore dell’obbligo di indicare il luogo di origine/provenienza per carne, ortofrutticoli freschi e appunto prodotti lattiero caseari. Per l’Italia – continua la Coldiretti – significa anche valorizzare il vero Made in Italy in una situazione in cui negli ultimi anni con la mobilitazione a favore della trasparenza dell’informazione, la Coldiretti è riuscita a ottenere l’obbligo di indicare la provenienza per carne bovina, ortofrutta fresca, uova, miele latte fresco, pollo, passata di pomodoro, extravergine di oliva ma ancora molto resta da fare con l’etichetta che è anonima per circa la metà della spesa: dai formaggi ai salumi, dalla pasta ai succhi di frutta.
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