(Teleborsa) – Strada in discesa per le aziende a partire dal prossimo anno? La crisi morde ancora alla fine del primo semestre dell’anno, ma la Manovra è giunta in soccorso delle imprese. Un giudizio positivo è stato infatti espresso dal Presidente della Confindustria, Emma Marcagaglia, sul testo esaminato dalla Commissione bilancio del Senato la settimana scorsa, che incorpora gli emendamenti del relatore Antonio Azzollini. Fra le novità quella relativa al recupero crediti delle aziende, nei confronti degli Enti locali e del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Il nuovo sistema, che da una boccata d’ossigeno alle imprese che lavorano con il settore pubblico, offre un doppio binario: compensazione e cessione crediti alle banche. In sostanza, a partire dal prossimo gennaio 2011, le imprese potranno compensare i crediti vantati nei confronti dei soggetti pubblici, incluso il SSN, con i propri debiti iscritti a ruolo. Ma prima dovranno soddisfare alcune formalità, ovvero chiedere agli Enti Locali la certificazione del credito vantato, che dovrà essere certo, liquido ed esigibile. Gli Enti locali saranno costretti a rilasciare la certificazione entro venti giorni, per consentire all’impresa di avviare il meccanoismo di compensazione. E dopo? Sarà un problema che riguarda l’agente di riscossione e l’Ente locale, che dovrà pagare le somme dovute allo Stato, pena il pignoramento, trascorso un periodo di sessanta giorni. E l’impresa? Avrà ottenuto soddisfazione del credito vantato per i beni o servizi forniti al soggetto pubblico, salvo ricorrere al meccanismo di cessione pro soluto del credito residuo a banche o altri intermediari finanziari. Una via che era consentita anche in precedenza per i crediti vantati nei confronti delle Regioni e Province, ma viene estesa ora anche agli altri Enti Locali ed al SSN. Sono state così accolte le richieste delle imprese, che avevano protestato contro le misure relative alla riscossione (articolo 38) e alla compensazione dei debiti e crediti fiscali (articolo 31). Al riguardo, la Confindustria e Rete Imprese Italia, che include Confcommercio, Confartigianato, Cna, Casartigiani e Confesercenti, avevano contestato la proposta di portare da 150 a 300 giorni la durata massima della sospensione giudiziale degli atti di recupero dei crediti verso l’amministrazione, sottolineando che ad oggi la durata media dei procedimenti di primo grado è di oltre 700 giorni.