Trepidazione negli Stati Uniti per l’imminente pubblicazione del rapporto sull’occupazione relativo al mese di luglio. In attesa di conoscere il verdetto – che arriverà alle 14.30 ora italiana -e a tre ore e mezza circa dall’inizio della giornata di contrattazioni a Wall Street, i futures sul Dow Jones salgono di appena 4 punti, quelli sul Nasdaq cedono 2 punti e quelli sullo S&P 500 avanzano di appena 0,90 punti.
Riguardo al rapporto sull’occupazione, gli analisti parlano di calo degli occupati di circa 65.000 unità, dopo la contrazione di 125.000 registrata nel mese precedente, a fronte di un tasso di disoccupazione in crescita al 9,6% dal 9,5%. Nell’attesa, tuttavia, il dollaro non sembra soffrire: ad arretrare è infatti l’euro, che si attesta in calo sul biglietto verde a 1,3179.
Da segnalare che quello atteso è un dato quanto mai cruciale, in un momento in cui sono molti i dubbi sulla solidità della ripresa della congiuntura Usa; qualche esperto azzarda anche l’ipotesi di una double dip e di un periodo di deflazione: per il numero uno di Pimco , per esempio, la chance di uno scenario del genere è del 25%.
A tal proposito, Pimco oggi è tornata a far parlare di sè, riguardo alla propria decisione di puntare sui bond governativi americani .
Intanto i listini del Vecchio Continente riducono i guadagni rispetto alle primissime battute della giornata di oggi: alle 12.15 circa ora italiana Londra sale dello 0,46%, Francoforte dello 0,23%, Parigi dello 0,35%. Si risolleva dopo la performance piatta di qualche minuto fa Amsterdam (+0,11%), mentre Bruxelles rimane negativa con un -0,16%.
Rallenta il passo anche Piazza Affari, che vede sia il Ftse Mib che l’All Share salire ora dello 0,50% dopo il rialzo superiore all’1% delle prime battute della sessione.
Anche in Europa il quadro non è poi così solido; lo stesso Jean Paul Trichet ha avvertito infatti che è troppo presto per cantare vittoria. Di fatto, il presidente della Bce ha confermato ieri, nel corso della conferenza stampa che ha seguito la decisione di lasciare i tassi di rifinanziamento invariati, la cautela della Bce riguardo all’exit strategy degli strumenti non convenzionali di politica monetaria.
Detto questo lo stesso Trichet, seppur accompagnato sempre dalla cautela, è stato a suo modo ottimista, circa l’evoluzione dell’attività economica europea. Il numero uno della BCE ha confermato infatti che la ripresa prosegue a ritmo moderato; quanto alle banche, Trichet ha ribadito la sua fiducia nella solidità del settore, anche se ha confermato la debolezza dell’attività di credito.
Guardando intanto a Piazza Affari, dominano gli acquisti sul principale paniere, con le banche in recupero guidate da Unicredit (+1,08%) e Intesa Sanpaolo (+1,27%), che ieri si sono confermate le performance peggiori. Tra gli assicurativi, positiva Generali (+0,44%) che ha chiuso il semestre in crescita e leggermente superiore alle attese degli analisti. Intanto Citigroup ne ha confermato il giudizio hold ed il target price di 15,5 euro per azione.
Rimbalza Telecom Italia (+1,39%) dopo il tonfo della vigilia che non ha sorpreso il mercato con i conti ed ha annunciato un accordo su Sofora con i soci argentini che risolve il contenzioso in essere rafforzando il ruolo del gruppo nel paese sudamericano.
Piatta Finmeccanica (dopo i primi guadagni), a seguito della notizia relativa alla commessa da 900 milioni di euro assegnata ieri alla controllata AnsaldoBreda da Trenitalia per 50 treni ad alta velocità al consorzio AnsaldoBreda – Bombardier. Il gruppo ha annunciato sempre ieri altre commesse per circa 380 milioni di euro, la maggior parte tramite Ansaldo Energia.
Sale la Fiat (+0,58%) sui cui Bernstein ha confermato il giudizio market perform ed il target price a 12 euro/azione. Misti i petroliferi con Eni positiva (+0,79%) in linea con l’intero settore europeo. Bene anche la controllata Saipem (+0,54%) mentre resta indietro Tenaris (-1,66%) all’indomani di deboli risultati e dopo che Ubs ne ha tagliato il giudizio da buy a neutral.
In difficoltà A2A (-0,93%) che si colloca in fondo al principale listino, declassata da Morgan Stanley a equalweight da overweight.