Fin dalle prime ore della mattinata, l’Europa si è allineata alla chiusura positiva della borsa di Tokyo che ha visto l’indice Nikkei terminare in rialzo dell’1,31% a 9634,22 punti e il Topix salire dell’1% a 853,27 punti.
Segnali poco convincenti sono arrivati invece da Wall Street , che nella giornata di ieri ha riportato una performance contrastata, con il Dow Jones che ha chiuso in progresso dello 0,21% a quota 10594.83, il Nasdaq dello 0,08% a 2303.25 e l’S&P 500 in lieve calo a quota 1124.66.
In ogni caso, le piazze finanziarie del Vecchio Continente hanno optato per la via degli acquisti; alle 13 circa ora italiana, Londra sale dell’1%, Francoforte fa + 0,88%, Parigi guadagna l’1,12%, così come Amsterdam. Vira invece in negativo Bruxelles (-0,70%), mentre Piazza Affari riduce i rialzi, con il Ftse Mib e l’All Share che ora crescono di appena lo 0,35%.
Un incoraggiamento arriva comunque dall’andamento dei futures americani: quelli sul Dow Jones salgono di 59 punti, quelli sul Nasdaq crescono di 14,25 punti e quelli sullo S&P 500 avanzano di 7,40 punti.
I mercati attendono in generale il dato sull’inflazione americana in agenda per il primo pomeriggio.
A sostenere il sentiment è sicuramente il buon andamento dei settori legati alle commodities, che vengono galvanizzati dal rally delle materie prime. Il forte deprezzamento del biglietto verde, che ha spinto l’euro ben oltre la soglia degli 1,31 USD, ha messo infatti le ali al petrolio ed all’oro.
In particolare, il metallo prezioso è volato su nuovi massimi storici oltre 1.280 dollari l’oncia l’oncia, traendo spunto anche dal clima di incertezza sulla direzione che prenderà l’economia globale e dunque beneficiando ancora una volta della sua natura di bene rifugio.
A dispetto dell’avvertimento sul rischio bolla lanciato dal finanziere George Soros , la corsa al metallo prezioso dunque continua, e basta fare l’esempio dei rendimenti degli Etf. Dal 2005, infatti, anno in cui e’ salita la febbre per questi strumenti finanziari, solo il Gold Trust ha fruttato il 171%.
Tornando al valutario, la moneta unica ha tratto vantaggio soprattutto dall’esito positivo dell’asta dei titoli spagnoli. La Spagna ha collocato con successo 4 miliardi di titoli con scadenze decennali e trentennali, importo massimo dell’asta, spuntando anche un calo del tasso di interesse rispetto alle precedenti aste.
Il cross eur/usd scambia a 1,3125 dollari dopo aver raggiunto il top intraday a 1,3146 mentre il cable eur/yen vale 112,46 yen.
Tornando a Piazza Affari, domina il denaro nel principale paniere, con Fiat che si conferma tra i migliori (+2% circa), all’indomani del via libera dall’assemblea dei soci al progetto di scorporo. Il debito netto industriale, sarà diviso in due parti uguali tra Fiat Spa e Fiat Industrial.
Tra gli altri titoli acquisti su Stm +3,8%, Intesa +2,9% e Campari +2,01%. Trascurati i difensivi che segnano comunque modeste flessioni:Parmalat -0,41%, A2A -0,09%.
Toniche le banche con i riflettori accesi su Unicredit (+0,66%). Secondo la stampa, la Lybian Investment Authority nei giorni scorsi ha acquistato un altro 0,5% circa del capitale, salendo al 2,59%. Rialzi sostenuti anche per Intesa Sanpaolo +2%), Prysmian e Finmeccanica.
Tra gli assicurativi, denaro su Fondiaria Sai (+1,35%)che ha perfezionato la cessione della controllata Banca Gesfid a PKB Privatbank per 124,4 milioni di franchi, ottenendo una plusvalenza di 31 milioni di euro.