(Teleborsa) – Posta di fronte a uno scenario globale profondamente trasformato, in cui si avvertono i primi timidi segnali di ripresa, distribuiti in maniera non omogenea a livello di Paesi, la filiera automotive italiana è chiamata a ridefinire, con tutti gli stakeholders del settore, il proprio ruolo. L’Assemblea aperta di ANFIA svoltasi oggi a Roma è stata quindi l’occasione per raccogliere contributi da tutti gli attori della filiera — imprese, istituzioni, servizi e reti di vendita, gestori di infrastrutture, utilizzatori finali della mobilità — al fine di ridisegnare la mobilità del futuro mediante un piano a medio-lungo termine che affronti tutte le tematiche ad essa connesse. ‘‘La filiera automotive è una filiera chiave per il Paese — ha sottolineato Eugenio Razelli, Presidente dell’Associazione — uno dei principali ‘datori di lavoro’ con circa 3.500 aziende e rappresenta, se consideriamo anche gli indiretti, oltre 1,2 milioni di addetti. L’industria manifatturiera italiana è al quinto posto a livello mondiale in termini di PIL generato, e in termini di pro-capite è al secondo posto dopo la Germania. Nel nostro Paese 1 lavoratore su 20 appartiene al settore automotive’’. Nei primi otto mesi del 2010 il mercato auto ha segnato una contrazione del 2,5% rispetto allo stesso periodo del 2009 e il calo della raccolta ordini sfiora il 24%. Il trend decrescente innescato ad aprile con l’esaurimento, a fine marzo, del portafoglio ordini accumulato negli ultimi mesi del 2009 per effetto degli incentivi, proseguirà fino a fine anno. Da aprile ad oggi il mercato ha riportato per cinque mesi consecutivi flessioni a due cifre (agosto: -19,3%) e non si intravedono, per il momento, segnali di miglioramento della fiducia dei consumatori, unico elemento che farà risalire la domanda. Il 2010 chiuderà con un calo significativo rispetto al 2009 e si dovrebbe attestare leggermente sopra 1,9 milioni di unità, molto sotto la media degli ultimi 10 anni (2,25 milioni di unità all’anno). A farne le spese sarà l’intera filiera automotive, ma anche il sistema della mobilità, essendosi interrotto quel circolo virtuoso, alimentato dal rinnovo del parco circolante in chiave ecologica, che, nel 2009, ha consentito un netto miglioramento delle performance ambientali e di sicurezza delle vetture. Nel 2009 le vetture ad alimentazione alternativa sono arrivate a triplicare la propria quota sul totale immatricolato, contribuendo a un notevole ribasso della media ponderata delle emissioni di CO2 del venduto (da 144,8 g/km nel 2008 a 136,6 g/km). (segue)
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