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Soros: con il “piano” tedesco l’Europa rischia lunga stagnazione

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(WSI) –Tassi di interesse: chiusura contrastata per i tassi di mercato tedeschi. Ieri infatti si è registrato un calo del tasso a due anni ed un rialzo di quello decennale che ha portato il differenziale sul 2-10 anni a 148 pb da 142.

Sui periferici invece si è assistito ad un calo dello spread sul decennale italiano e spagnolo, mentre per il Portogallo e l’Irlanda si è avuto un allargamento. Sul monetario continua a salire il tasso Euribor tre mesi, fissato ieri ai massimi degli ultimi 14 mesi.

Secondo quanto diffuso da Market News, che cita una fonte anonima, il board della Bce sarebbe diviso sui tempi di uscita dalle misure di emergenza. Il Fmi nel suo ultimo rapporto sulla stabilità finanziaria evidenzia come l’Italia e la Grecia, in caso di crescita inferiore alle attese, presenterebbero un rischio maggiore rispetto ad altri paesi, a causa principalmente dell’elevato debito pubblico.

Oggi il Fmi pubblicherà l’outlook semestrale contenente le nuove stime. Il dato relativo al Pmi servizi dell’intera area di settembre è rallentato meno del previsto (54,1 da 55,9), confermando una continuazione della crescita del settore per i prossimi mesi.

Sul fronte dell’offerta, oggi la Germania emetterà lo Schatz a 2 anni fino a 5 Mld€, ed il titolo indicizzato all’inflazione 2020 fino ad 1 Mld€. Il famoso finanziere Soros ha dichiarato che la richiesta tedesca di austerità fiscale ed il peso del debito potrebbe spingere l’Euro area nella spirale deflazionistica ed in un periodo prolungato di stagnazione. Per gli Usa ritiene che sia necessaria un’ulteriore spesa governativa per sostenere la crescita.

Negli Usa tassi di mercato in lieve calo con lo spread 2-10 che resta in prossimità dei 207pb. Sono invece saliti i tassi sul tratto a 30 anni su attese che la Fed focalizzerà i propri acquisti su bond con scadenze più brevi nel caso di aumento della quantità di asset da acquistare.

Forti rialzi delle borse grazie all’ISM non manifatturiero di settembre salito oltre le attese con un aumento della componente nuovi ordini ed occupazione. L’indice S&P500 è salito ai massimi da maggio guidato dai settori legati alle materie prime, industriali e finanziari.

Sul fronte macro oggi sono attesi i dati ADP sulla variazione degli occupati di settembre. Tale dato viene visto dagli operatori come proxy della direzione dei payrolls generali (in programma venerdì), pertanto sarà attentamente monitorato. Il consenso prevede la creazione di 20.000 nuovi posti di lavoro.

FT segnala un’intervista al direttore del Fmi, Strauss-Kahn, il quale ha dichiarato che l’utilizzo delle valute come “arma politica” pone un rischio molto serio nei confronti del recupero globale con un impatto molto negativo di lungo periodo.

Valute: è proseguito il deprezzamento del dollaro vs euro con il cross salito ai massimi da 8 mesi sulla speculazione che la Fed imiterà la BoJ ed aumenterà la quantità di bond governativi da acquistare. Il cross attualmente si sta muovendo intorno alla resistenza collocata a 1,3860, con la successiva ad 1,40. Il supporto si colloca a 1,3760.

L’euro si è apprezzato anche nei confronti dello yen con il cross in avvicinamento alla resistenza 115,50. Lo yen continua invece a collocarsi in prossimità dei massimi degli ultimi 15 anni verso dollaro. Il cross dollaro/yen si trova infatti poco al di sopra dell’area di supporto 82,90-83, livello presso il quale è intervenuto il governo nipponico lo scorso mese. Nuovo record dello yuan cinese vs dollaro dopo le dichiarazioni di Trichet dalle quali emerge l’insoddisfazione relativa all’andamento dello yuan nei confronti dell’euro.

Materie Prime: giornata caratterizzata da rialzi generalizzati tra le commodity dell’indice Gsci, tranne alcune eccezioni, grazie al maggior clima di fiducia sui mercati dopo i dati macro positivi provenienti dagli Usa ed al progressivo deprezzamento del dollaro. Miglior settore quello agricolo grazie al forte rialzo di mais (+4,1%) e zucchero (+3,3%). Tra gli energetici il greggio Wti sale ai massimi da quasi due mesi riavvicinandosi agli 83 $/b. Nuovo record dell’oro in prossimità dei 1350 $/oncia.

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