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Il premier della Cina comunista incontra Berlusconi a Roma

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Obiettivo ambizioso e comune: raggiungere gli 80-100 miliardi di dollari di interscambio tra Italia e Cina entro i prossimi 5 anni. Lo condividono il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e il premier cinese, Wen Jiabao. Lo hanno ribadito in una conferenza stampa che si è svolta a Villa Madama, al termine di una tavola rotonda alla quale ha partecipato una folta delegazione di entrambi i paesi. Presente anche Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria.

Il premier cinese, arrivato mercoledì sera a Roma, ha aperto la sua visita ufficiale in mattinata prima con un colloquio al Quirinale con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e poi a Palazzo Chigi con Silvio Berlusconi. Poi Wen Jiabao ha incontrato Fini e Schifani, prima di partecipare alla tavola rotonda a Villa Madama. La visita si svolge in occasione del Quarantennale dei rapporti diplomatici tra Roma e Pechino e per l’apertura dell’Anno culturale della Cina nel nostro paese.

80-100 MILIARDI DI INTERSCAMBIO – L’interscambio di 80-100 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni, fissato dai leader italiano e cinese, è «un obiettivo importante» secondo la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. Intervenendo al “Tavolo Italia-Cina” che riunisce imprenditori e governi di entrambi i paesi, il leader degli industriali ha assicurato che le imprese italiane «lavoreranno in questa direzione», sottolineando i già esistenti «rapporti eccellenti sul piano politico, culturale, economico e delle relazioni personali». «La Cina – prosegue la numero uno di Confindustria – rappresenta un mercato di enormi opportunità: lo è già oggi, e lo sarà sempre di più in futuro». Attualmente l’Italia è il 21/esimo Paese nella classifica degli esportatori in Cina: «C’è ancora molto da fare», osserva la Marcegaglia, citando fra i settori di interesse per il futuro le alte tecnologie, l’impiantistica e le reti complesse. «La Cina rappresenta un mercato di enormi opportunità. È imprescindibile per qualsiasi strategia presente e futura dell’impresa italiana» conclude il presidente di Confindustria.

Wen Jiabao, dal canto suo, spiega che la Cina ha spalancato le porte a un aumento degli investimenti delle imprese italiane. «Spero – si augura il premier cinese – che le imprese italiane posano camminare in prima fila tra i paesi dell’Ue, anzi del mondo». «Fino a questo momento si registrano investimenti italiani da 5 miliardi di dollari e seimila progetti di imprese, ma questi numeri sono ancora troppo poco – osserva Wen – e non corrispondono ai reali rapporti economici tra Italia e Cina. Basti pensare che gli investimenti Usa nel nostro Paese hanno superato i 60 miliardi di dollari e quelli europei nel loro complesso i 50 miliardi di dollari». «La Cina considera l’introduzione di tecnologie e gli investimenti esteri come un punto chiave» del suo sviluppo, conclude. «So che in questa sala sono presenti tanti Marco Polo di oggi».

Da Berlusconi arriva invece un «apprezzamento ammirato» per il ruolo della politica internazionale della Repubblica Popolare Cinese. Il premier elogia la «molta saggezza» che c’è nelle relazioni internazionali della Cina la quale «si presenta sempre con la volontà di sedare tutti i contrasti e risolvere tutte le situazioni con grande saggezza e serietà» nel segno di quella che un ministro cinese ha definito una politica ispirata «all’armonia». Soddisfazione, inoltre, è stata espressa dal presidente del Consiglio per le novità nell’ordinamento cinese che ha parificato le condizioni operative delle imprese a capitale straniero e quindi italiano, a quelle a capitale nazionale: «Ciò – sottolinea Berlusconi – comporta notevoli facilitazioni dal punto di vista burocratico, fiscale ed alla possibilità di partecipare a gare di appalto».