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Wall Street: perdite si fanno pesanti sul finale, si teme per BofA

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Wall Street estende le perdite sul finale, con i cali che si sono fatti particolarmente accentuati sul Nasdaq, trascinato al ribasso da Apple e IBM, i cui conti non hanno convinto. Ad aumentare le pressioni sui listini ci ha pensato il rincaro del dollaro. La valuta americana si e’ resa protagonista di una bella reazione dopo i cali subiti nelle ultime settimane. Il paniere delle blue chip, che e’ arrivato a cedere oltre 200 punti sul finale, ha registrato un calo dell’1.48% a quota 10978.70, il Nasdaq l’1.76% a 243.95 punti, l’S&P 500 l’1.6% in area 1165.78.

I titoli Bank of America lasciano sul campo circa il 4% dopo che l’emittente CNBC e Bloomberg hanno reso noto che un consorzio di otto societa’, tra cui la Fed di New York fara’ causa all’istituto per i casi di default legati ai mutui. Pimco, BlackRock e gli altri pretendono che l’istituto ricompri i bond legati ai mutui.

Sul Dow spiccano anche i cali di Alcoa e IBM. In controtendenza invece Coca-Cola, unica blue chip che, aiutata dai conti, riesce a chiudere in territorio positivo. L’indice VIX di volatilita’, considerata misura attendibile della volatilita’ che aleggia sui mercati, e’ salito sopra quota 21. Nessun settori e’ stato risparmiato, ma a perdere piu’ terreno sono energetici, materiali di base e societa’ di assistenza medica.

Il rincaro del biglietto verde e’ stato accompagnato dalla decisione della Cina di alzare i tassi di interesse dello 0.25% e alimentato dalle parole del segretario del Tesoro Timothy Geithner, che ha assicurato che gli Usa non lasceranno che la loro divisa si svaluti. I fattori hanno un impatto negativo sulle contrattazioni di borsa. Di conseguenza i rialzisti sono messi all’angolo: i tanti conti migliori delle stime non sono sufficienti a giustificare un proseguimento del rally.

A mettere sotto pressione il mercato, oltre all’annuncio della banca centrale di Pechino, e’ l’outlook prudente di Apple per il prossimo trimestre. La societa’ di Cupertino ha annunciato utili quasi raddoppiati grazie alle vendite di iPhone e iPad, tuttavia, le previsioni per il periodo di tre mesi in corso hanno deluso le aspettative. Le azioni cedono circa il 5%.

“I tecnologici dovrebbero essere uno dei business piu’ redditizi del mercato delle esportazioni americano, di cui l’iPad e’ uno dei prodotti principali, percio’ se le vendite risultano deludenti, anche l’outlook sull’economia ne risente” spiega a Bloomberg Steve Tse, research manager di BEA Union Investment Management.

Wall Street inoltre non ha accolto con favore la decisione della banca centrale di Pechino di alzare di 25 punti base i tassi di interesse sia sui rifinanziamenti che concede alle banche sia sui depositi che detiene per conto di esse: era da dicembre 2007, ovvero da quando ha imboccato la ripresa, che non succedeva. Il paese asiatico fa fatica a tenere sotto controllo l’inflazione. Art Hogan, chief market strategist di Jefferies, sostiene che la mossa non rappresenti un fattore negativo per il tasso di crescita dell’economia nazionale.

Tornando all’interno della sfera societaria IBM ha battuto le attese sul fronte dei profitti, con il fatturato che e’ cresciuto del 3% a $24.3 miliardi. Oggi riportavano i conti Coca-Cola, Johnson & Johnson e le due banche Goldman Sachs e Bank of America. Quest’ultima ha archiviato il trimestre con una perdita netta pari a $7.3 miliardi, che si confronta con il miliardo di rosso accusato un anno prima. I titoli avanzano per il momenrto: escludendo gli oneri da 10.4 miliardi il risultato sarebbe stato in utile per 3.10 miliardi, ovvero 27 centesimi per azione.

La rivale Goldman ha riportato un profitto migliore delle stime. La societa’ di bevande di Atlanta ha registrato un incremento dei profitti nell’ultimo trimestre, cosi’ come Johnson & Johnson. A mercati chiusi sara’ la volta di Yahoo!

Il calendario macroeconomico non offre grandi spunti: la situazione del mercato immobiliare sembra in via di stabilizzazione con i cantieri edili che in settembre hanno registrato il terzo mese consecutivo in incremento. Gran parte dei rialzi e’ dovuta al business delle abitazioni monofamiliari. Ma in realta’ i problemi all’orizzonte restano, come dimostra il calo delle licenze di costruzione.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico, i futures sul petrolio con consegna novembre cedono il 4.32% a quota $79.49 il barile. Il derivato con scadenza dicembre dell’oro segna un calo del 2.63% a $1336 l’oncia. Sul fronte valutario l’euro perde l’1.47% a quota $1.3728. Quanto ai Treasury, il rendimento sul decennale registra un ribasso di 1.6 punti base attestandosi al 2.4750%.