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FRUIT OF THE LOOM PORTA I LIBRI IN TRIBUNALE

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Fruit of the Loom (FTL), la casa produttrice di biancheria intima e abbigliamento sportivo, ha dichiarato ieri fallimento e ed e’ stata messa in amministrazione controllata.

La societa’, secondo il portavoce Joel Weiden, ha ottenuto un finanziamento di 625 milioni di dollari da Bank of America per continuare ad operare.

Secondo il ‘chapter 11’ della legge sul fallimento, Fruit of the Loom potra’ cercare di rimettere in sesto le sue finanze, prima di soddisfare i creditori.

La notizia del fallimento non e’ giunta comunque di sorpresa.

Quest’anno la societa’, che comprende le marche Fruit of the Loom, BVD, Gitano e altre, aveva cercato di arginare le perdite chiudendo molte delle sue operazioni tessili negli Stati Uniti, trasferendole, insieme con migliaia di posti di lavoro, ad impianti in Messico, America Centrale e Caraibi.

I risultati del secondo trimestre non erano pero’ stati positivi: le vendite erano calate del 12% e la societa’ aveva riportato perdite di 2,3 milioni di dollari.

Anche il trasferimento della base finanziaria da Chicago al paradiso fiscale delle isole Caimane, non aveva avuto i risultati sperati e Fruit of the Loom aveva registrato per il terzo trimestre perdite per 166,4 milioni di dollari, contro i 50,4 milioni di dollari di utili riportati l’anno precedente.

Moody’s Investment Service ne aveva ridotto il rating sulla base del calo delle vendite e degli utili e di una generale debolezza del bilancio.

Gli investitori non hanno quindi tardato ad abbandonare il titolo che, da un massimo di 19 dollari per l’anno, e’ sceso fino a 1 dollaro un paio di settimane fa.

Ieri le contrattazioni di Fruit of the Loom (FTL) sono state sospese sul NYSE prima dell’annuncio del fallimento.