(WSI)- Non ci sono novità di nessun genere dal punto di vista macroeconomico, rispetto a quello che scriviamo da qualche giorno a questa parte. I temi da trattare rimangono gli stessi, con in primo piano il G20 di Seoul. Durante l’ultimo meeting dei ministri delle finanze si era arrivati all’intelligente conclusione che occorreva lavorare per far sì che i rapporti di cambio andassero a rispettare i fondamentali macroeconomici e che rispecchiassero la competitività, in ambito internazionale, di ogni Paese.
Tra oggi e domani il mercato però, spera che vengano prese decisioni più concrete per far fronte al problema che molti definiscono come una guerra valutaria. I tempi sono maturi, a nostro giudizio, per una presa di posizione da parte dei vari Paesi, a causa delle fortissime tensioni che si stanno vivendo in tutto il mondo e che, se non alleviate, potrebbero sfociare in politiche egoiste e protezioniste in grado di drogare, passateci il termine, in misura ancora maggiore il sistema economico.
Si discuterà con l’America circa il piano di QE che non ha trovato sostenitori all’estero e sicuramente la Cina verrà interpellata sul problema yuan. Riguardo questo ultimo punto, la nostra paura è che, avendo lasciato apprezzare lo yuan durante le ultime giornate, Pechino dichiari, davanti ai potenti, di stare facendo la sua parte in quanto la propria divisa ha guadagnato terreno nei confronti delle valute principali.
Il Giappone ascolterà attentamente quello che verrà detto e sicuramente confermerà la propria volontà di intervenire sui mercati, nel momento in cui la rivalutazione dello yen, che attualmente sta prendendo una pausa a nostro parere ancora correttiva dei trend principali, lo dovesse rendere necessario.
L’Europa farà anch’essa la sua parte, tanto più dopo che Barroso ha comunicato che se dovesse servire, siamo pronti ad aiutare l’Irlanda e a tenere sotto osservazione le altre situazioni “gravi”. Tutto questo sui mercati si è tradotto in un aumentata volatilità sull’fx (dopo vedremo insieme qualche livello tecnico) a qualche guadagno sull’azionario, a buone performance del petrolio e a una retromarcia delle materie prime, figlia anche della decisione del CME di aumentare le richieste di margini per il trading sull’argento.
EurUsd – grafico 15 minuti
Vediamo ora un po’ di analisi tecnica incominciando con l’immancabile eurodollaro.
Abbiamo assistito ieri ad un nuovo minimo inferiore al precedente, a 1.37, di 30 punti per poi osservare in serata una ripresa sino ad un preciso livello di tenuta, 1.3820. Questo è stato infatti un livello importante durante la discesa di martedì ed è risultata come la resistenza più importante nelle ultime ore (se si guarda a tal proposito un grafico a 10-15 minuti, per esempio, si notano vari tentativi di rottura da ieri mattina).
Ipotizziamo che questo livello, se rotto, possa condurre ad una veloce ripresa del cambio sino a 1.3970, area di massimo del 8 e 9 novembre scorsi. Se rimaniamo ancora sul breve periodo oltre al minimo di supporto a 1.3670 troviamo un livello intermedio a 1.3740-50 che potrebbe essere sfruttato come livello di giornata.
Molto interessante la rottura del UsdJpy della parte alta del canale mantenuto per quasi un mese di scambi. 82 figura, superato ieri ha prodotto quell’accelerazione rialzista in grado di riportare i prezzi molto vicini all’obiettivo di 82.90-83 figura, precedente minimo statico di riferimento, ora resistenza. Il fatto che nel frattempo i prezzi abbiano anche avuto il tempo di flettere e appoggiarsi sul livello oramai rotto di 82, non fanno altro che aggiungere importanza a quello che ora è ufficialmente un supporto per le prossime ore.
Il cambio EurJpy, dopo essere quasi giunto a toccare le resistenza più importante a 113.90 è entrato nelle ultime ore all’interno di un canale compreso precisamente fra 113 e 113.50. Possiamo ipotizzare di continuare a sfruttare il livello di supporto visto sino ad ora che, oltre ad essere un livello statico, è rafforzato dalla linea di tendenza positiva iniziata due giorni fa con il test dell’area a 111.70.
Indietro tutta per il cable che in una giornata abbondante è riuscito a ritornare sui livelli precedenti alla discesa di martedì. Il fattore interessante in questo caso, oltre ai 220 punti di ripresa, è dato dal test quasi perfetto del livello di massimo, proprio di martedì a 1.6170.
Abbiamo trovato quindi la nostra prossima area di resistenza, che neanche a farlo apposta coincide perfettamente con il 61.8% di ritracciamento del movimento ribassista compresso fra 1.63 e 1.5950. Trovare un supporto valido è invece un po’ più complesso e dobbiamo affidarci alla linea di tendenza sul breve venutasi a creare ieri mattina e che fornisce uno spunto a 1.6110-15 per le prossime ore.
Passiamo al cambio GbpJpy, dove abbiamo assistito ieri al superamento di quella “linea di fede” ribassista che stiamo osservando da settimane. Con il superamento infatti di 131.70 di ieri mattina, è stato oltrepassato un livello dinamico che durava da agosto e che potrebbe riaprire la strada ad una salita della sterlina almeno sino a 135 figura. In realtà è presente un ultimo livello di resistenza a 133.40, in ogni caso un buon obiettivo nel breve.
Vediamo il cambio AudUsd dove segnaliamo ancora come interessante l’area compresa fra la parità (allargata, da qualche tentativo di rottura di ieri, sino a 0.9980) e la resistenza ancora valida (provata perfettamente questa notte) di 1.0080.
Concludiamo con il cambio UsdChf, che dopo aver raggiunto quasi perfettamente l’obiettivo di 0.9770 (fermandosi a 0.9765) è ritornato sul livello di supporto di 0.9680. Questo è ancora il livello da considerare per movimenti opportunistici di breve e per valutare una nuova ondata di ripresa del franco, qualora rotto a ribasso.
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