(Teleborsa) – Il carrello della spesa alimentare delle famiglie italiane torna a rincarare (più 0,6 per cento in un anno), anche se non ai livelli record del 2007, mentre i prezzi sui campi restano in discesa (meno 16 per cento negli ultimi due anni). E così i consumi, dopo la ripresa dei primi tre mesi del 2010, continuano a stare al palo, trend che dovrebbe essere confermato anche a fine anno. È quanto sottolinea la Cia-Confederazione italiana agricoltori a commento dei dati definitivi dell’Istat sull’inflazione nello scorso mese di ottobre. Da parte dell’agricoltura -rileva la Cia- è proseguito il concreto supporto al rallentamento del trend inflazionistico. Un contributo che, però, gli imprenditori agricoli stanno pagando in termini di calo dei redditi (si prevede un meno 6-7 per cento nel 2010), viste la caduta dei prezzi all’origine e l’impennata dei costi produttivi, contributivi e burocratici. Tuttavia, un simile andamento -rimarca la Cia- non si riscontra pienamente nei vari passaggi della filiera agroalimentare e, di conseguenza, i prodotti non fanno registrare, al dettaglio, una reale diminuzione. Anzi, a ottobre -come rileva l’Istat- hanno segnato una ripresa (più 0,3 per cento rispetto a settembre scorso), anche se non vistosa come quella degli anni passati. In tale contesto, da rilevare, inoltre, che i listini al dettaglio di alcuni prodotti si attestano su livelli ancora alti, mentre per altri ci sono rincari che appaiono privi di qualsiasi giustificazione se si considera la discesa delle materie prime agricole. Per questo motivo la Cia riafferma l’esigenza di rapporti sempre più stretti e di accordi nella filiera e l’importanza di una maggiore trasparenza nei processi di formazione dei prezzi dal campo alla tavola, per poter così contrastare rincari artificiosi e privi di fondamento e pericolose manovre speculative, che avrebbero riflessi pesanti sui consumatori.