(WSI)- Oggi molti americani saranno impegnati a digerire il tacchino ingurgitato ieri e qui, nei dintorni di Milano, ci siamo svegliati e siamo venuti in ufficio con la prima neve dell’anno. Accendiamo gli screen per fare una panoramica dei mercati e vediamo che, nella notte, qualche movimento c’è stato. Debolezza di Aussie, di Kiwi e di Pound, dollaro yen ritornato in area 83.85 e destinato a provare l’obiettivo a 84.00 ed euro sostanzialmente stabile contro dollaro ma molto vicino ai supporti.
Il dollaro australiano è sceso sulle parole di Stevens, governatore della Reserve Bank of Australia, il quale ha dichiarato che i tassi d’interesse di riferimento per il settore interbancario sono appropriati, facendo così intendere agli investitori che per assistere a futuri rialzi, occorrerà attendere ancora tempo. L’Aussie ha preso per mano il vicino Kiwi ed ha cominciato a scendere, ed ora si trova vicino all’area di supporto individuabile senza troppi dubbi a 0.9550/60.
Il dollaro yen invece ci conferma che le tensioni derivanti dalla situazione coreana sono importanti e ci conferma ancora una volta lo status quo di valuta rifugio del dollaro americano in momenti di incertezza geo-politica. La liquidità oggi sarà sicuramente inferiore rispetto agli standard cui siamo abituati, e i movimenti che stiamo vedendo proprio mentre scriviamo ci suggeriscono che potrebbe essere una giornata più volatile di quelle di ieri.
Oggi è anche il Black Friday negli Stati Uniti e molti rivenditori, soprattutto online, quest’anno hanno cominciato le vendite per il venerdì nero, più di 24 ore prima del lancio ufficiale, ottenendo una buona risposta dai consumatori. La fiducia degli analisti per questi acquisti natalizi non è poi così male, staremo a vedere.
L’euro intanto si trova in un momento cruciale, che potrebbe portarlo ad un’inversione definitiva in caso di rottura dei livelli che vedremo tra poco a meno che ci sia una puntata oltre ai supporti, dovuta alle condizioni della giornata particolare di mercato, per poi assistere ad un recupero domenica notte. Osservando le price action di oggi, potremmo chiarirci meglio le idee, vi invitiamo a contattarci per commentarle insieme.
EurUsd – grafico giornaliero
Nonostante la giornata povera di dati e di operatori la moneta unica non è rimasta immobile ieri, pur non essendo riuscita a rompere alcun livello chiave e mantenendosi sostanzialmente all’interno di una figura di range, dall’area di minimo di 1.3280 al massimo di 1.3380. Rimaniamo piuttosto convinti che una vera, e più profonda, correzione si possa innescare con la rottura (magari con conferma di chiusura giornaliera al di sotto) di quel supporto indicato nei pressi di 1.3260.
Ricordiamo ancora una volta come questo livello sia suggerito sia da un precedente livello di supporto di fine marzo, sia dal 61.8% di ritracciamento di Fibonacci dell’ultima ondata rialzista dell’euro compresa fra 1.2660 e 1.4280. Al di sopra di 1.3460 potrebbe essere possibile ritornare fiduciosi per una ripresa del cambio eurodollaro… anche se il livello non appare proprio dietro l’angolo.
Il cambio UsdJpy ha fornito in queste ultime ore uno spunto interessante andando a completare il movimento rialzista verso il massimo precedente di 83.80, con verifica di rottura proprio in questi minuti. Siamo portati a pensare, che un ritorno al di sopra di 84.20 possa essere possibile nel brevissimo.
Passiamo al cambio EurJpy, notando come sia individuabile una fascia di congestione rialzista nei pressi di 111.80, da utilizzare come probabile livello di breakout, una volta che dovessimo assistere alla rottura. Il minimo di ieri notte invece, 111 figura esatto, potrebbe essere utilizzato come livello di supporto per le prossime ore.
Il continuo callo della sterlina potrebbe portare il cable al test di quell’importantissima area di supporto sul doppio minimo di fine ottobre a 1.5650 (mancano solamente 50 punti ed è sicuramente il livello chiave nel breve con un riferimento temporale molto vicino).
Purtroppo non è vicino, in questo caso, il livello alla cui rottura potremmo assistere ad una ripresa della moneta di Sua Maestà: parliamo di 1.5835, livello di massimo di due giorni fa (un grafico orario trasmette molto bene la sensazione dell’importanza del livello e di barriera ai prezzi) coincidente con un picco di minimo di una decina di giorni.
Il cambio GbpJpy, anch’esso molto poco scambiato nelle ultime 48 ore, con il recente movimento indica un preciso livello statico di resistenza. I massimi da mercoledì si sono infatti sempre fermati prossimi all’area di 132. Se volessimo collegarci a quanto visto invece la settimana scorsa potremmo allargare questa importante zone di resistenza sino all’area di congestione di 132.20.
La tendenza del dollaro nei confronti del franco, da inizio mese, continua a rimanere positiva. Siamo proprio in questi istanti alla conferma di rottura del livello importantissimo della parità, dopo vari sorpassi da ieri mattina.
Senza lasciarsi andare a facili entusiasmi, osservando un grafico di lungo periodo la rottura in atto in questi momenti potrebbe condurre verso un primo 1.0250 ed un secondo 1.0335 (rispettivamente un’area statica con riferimenti giornalieri e il 38.2% di ritracciamento del grande movimento ribassista compreso fra il massimo di 1.1730 ed il minimo di 0.9460).
Se seguiamo la linea di tendenza positiva proprio di questa risalita notiamo un’area di supporto dinamica prossima a 0.9920: se invece ci affidiamo a qualcosa di più solido e verificato dobbiamo necessariamente allontanarci sino all’area di 0.9870.
Terminiamo con il cambio EurChf, che da ieri sera ha subito un calo piuttosto marcato, ripercorrendo quanto fatto dall’euro nei confronti del dollaro. Il prossimo punto interessante si trova sull’area di minimo dei giorni scorsi in area 1.3240-60, all’interno della quale possiamo notare diversi tentativi di rottura nel breve.
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