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Wall Street, ancora Sell ma all’Europa va peggio

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Dopo poco piu’ di due ore di contrattazione Wall Street resta al palo. I sell sono intorno al punto percentuale, meglio di quanto osservato sulle borse europee con la maglia nera che va a Milano. L’umore tra gli operatori e’ dimostrato dall’andamento del Vix: l’indice della paura, che si muove in modo inverso a quello dei listini azionari, e’ tornato a correre di oltre il 3% spengendosi oltre quota 23.

Si segnala la frenata dell’euro, complice la crisi del debito sovrano e la rottura di livelli tecnici importanti. Avendo abbandonato la soglia di $1.3180 c’e’ chi sostiene che non ci siano soglie di supporto fino all’area $1.2650-1.2750.

La tensione e’ dimostrata anche dall’aumento dei rendimenti dei titoli di stato dei paesi Ue piu’ a rischio: in Grecia il decennale si mantiene sopra il 12%, in Irlanda viaggia intorno al 9%, in Portogallo al 7%, in Spagna sopra il 5%, in Italia al 4.42%, in Belgio al 3.7%, in Inghilterra al 3.3%.

La Bce nell’ultima settimana ha raddoppiato gli acquisti di titoli di stato: 1.348 miliardi di euro contro i 713 milioni di sette giorni prima.

Il piano da 85 miliardi di euro per il salvataggio dell’Irlanda a poco e’ servito per riportare fiducia tra gli investitori al di qua e’ al di la’ dell’oceano Atlantico. In generale, restano le tensioni legate alla zona euro con i timori di un effetto domino di Dublino su altri paesi periferici a cominciare da Spagna e Portogallo. Ne e’ convinto l’economista della New York University Nouriel Roubini.

Sia a Madrid sia a Lisbona, non a caso, il costo per assicurarsi contro il default dei due paesi ha toccato nuovi record. I CDS (Credit Default swaps) sui titoli di stato a 5 anni spagnoli hanno visto un ampliamento a 350 punti base, stando ai dati Markit. Questo significa che per assicurare $10 milioni di bond servono $350 mila all’anno contro i $325 mila di venerdi’. Per i cds portoghesi lo spread si e’ portato da 502 a 545 punti base mentre per l’Italia si e’ passati da 215 a 231. “Tutto cio’ lascia intendere che la paura di un contagio non sia stata placata dal salvataggio dell’Irlanda”, ha dichiarato a Marketwatch Gavan Nolan, vicepresidente di Markit. Un allargamento dello spread si e’ osservato anche in Italia, dove a pesare e’ stato l’esito dell’asta odierna del Tesoro, che per attrarre investitori a dovuto garantire rendimenti piu’ alti del solito.

L’unica borsa ad essersi difesa e’ quella irlandese dove l’indice ISEQ index (IEOP) e’ sostenuto dal rialzo a doppia cifra della Bank of Ireland (IRE), che ha detto di raccogliere 2.2 miliardi entro il 28 febbraio attraverso “iniziative di capitale tra manager, azionisti e mercato”, e di quello di Allied Irish Banks (AIB). Irish Life & Permanent Group Holdings e’ arrivata a guadagnare il 53%.

La Grecia intanto prende tempo: slitta al 2021, anziche’ al 2015, la scadenza per ripagare i 110 milioni di euro forniti da Ue e Fmi per tirarla fuori dal baratro. In cambio pero’ Atene paghera’ interessi piu’ alti, tra circa il 5.8 e il 5.5%. Lo ha comunicato George Papaconstantinou. Serve pero’ il via libera del Parlamento Ue. I tassi di interesse sono comunque piu’ bassi di quelli a cui Dublino dovra’ attenersi, intorno al 6%.

A Londra l’Office for Budget responsibility, il panel di indipendenti messo a punto dal governo inglese, ha abbassato le stime sul Pil 2011 a +2.1% dal 2.3% anticipato a giugno. Per il 2012 le previsioni sono di un +2.6% contro un +2.8% precedentemente atteso. Alzate le aspettaive sul Pil 2010 al +1.8% dal +1.3% grazie a una crescita maggiore del previsto nel secondo e terzo trimestre.

I volumi di scambio sono contenuti. Sul NYSE sono passate di mano 371 milioni di azioni contro una media di 420 milioni mentre sul NASDAQ scambiati pezzi per 777 milioni di unita’ contro 940 milioni. I titoli in rialzo sono minori di quelli in rialzo: sul NYSE il rapporto e’ 564/2319, sul NASDAQ e’ pari a 633/1893. Le azioni che hanno toccato nuovi massimi superano quelle che hanno visto nuovi minimi: sul NYSE il rapporto e’ 31 a 24, sul NASDAQ 57 a 33.

Gli ETF che si mettono in mostra sono: Volatility-VXX: +3.5%; Cotton-BAL +3.3%; Thailand-THD: +1.3%; Hong Kong -EWH +0.9%; US Dollar-UUP +0.9% Quelli deboli: Natural Gas-UNG: -4.5%; Spain-EWP: -4.3%; Italy-EWI: -4.3%; Turkey-TUR: -4.1%; France-EWQ -3.7%; Netherlands-EWN: -3.4%; Solar-TAN: -2.88%; Retail-XRT: -1.7%.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico, i futures sul petrolio con consegna gennaio sono in rialzo dello 1.17% a quota $84.74 il barile. Il derivato con scadenza gennaio dell’oro segna +0.14% a $1366.20 l’oncia. Sul fronte valutario l’euro e’ in calo dell’1.07% a quota $1.3099. Il rendimento dei Tresury decennali e’ al 2.8370% (-0.0270).