Società

S&P sui massimi del settembre 2008, si allarga lo spread Italia

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

S&P 500 ai massimi del settembre 2008, minimi di due settimane dell’euro contro il dollaro e minimi storici nei confronti del franco svizzero e acquisti sulle materie prime, in primis energetici (+1,9%) e industriali (+1,4%).

Termina cosi’ la seduta a Wall Street in una settimana che chiudera’ i battenti un giorno prima per via delle feste natalizie. Il tentativo e’ di proseguire gli acquisti borsistici in quella che potrebbe essere la quarta ottava all’insegna dei rialzi. Il tutto in una giornata priva di dati macro(l’unico in calendario e’ stato il Chicago Fed National Economic Activity Index, che a novembre ha registrato un calo a -0.46 da -0.28 di ottobre) e in cui l’S&P 500 ha toccato per la prima volta dal settembre 2008 quota 1250, salvo poi ripiegare di tre punti.

“Siamo in territorio di ipercomprato, non c’e’ dubbio. Ma solo i risultati aziendali che trascinano al rialzo il mercato” ha spiegato a Marketwatch Marc Pado, strategist sul mercato Usa per Cantor Fitzgerald secondo cui i Buy si protrarrano fino a gennaio.

A sollevare qualche perplessita’ sull’ottimismo generalizzato verso il 2011 e’ Brian Belski di Oppenheimer. “Molte delle notizie positive sono gia’ incluse nei prezzi e, salvo che l’economia inizi ad accelerare a un passo piu’ veloce, crediamo che sara’ difficile per l’azionario garantire un altro ritorno a doppia cifra nel 2011”. L’ufficio studi stima l’S&P 500 a quota 1325 l’anno prossimo, un +6% rispetto ai livelli attuali.

Altro tema dibattuto a Wall Street e’ quello valutario. Nel giorno in cui l’euro ha registrato minimi di due settimane contro il dollaro, gli analisti di JP Morgan hanno consigliato di stare alla larga dalla moneta unica. “Il mercato sta dicendo che ci si prepara a un altro anno difficile per l’euro”, ha detto ai microfoni di Cnbc Rebecca Patterson, a capo della divisione valute e commodity della banca Usa. “Quando si guarda alle stime per il cross euro/dollaro per la fine dell’anno prossimo, il range e’ compreso tra $1,10 e 1,52 il che e’ assurdo. Non accade la stessa cosa sui mercati valutari molto spesso per quanto riguarda le principali monete”, ha proseguito l’analista. Il motivo per cui e’ meglio evitare l’euro? I timori del debito sovrano che si sono fatti sentire nonostante i listini europei abbiano chiuso in territorio positivo con Piazza Affari che ha segnato la migliore performance (+1,43%).

Nel week end la Bce ha espresso preoccupazioni sulla possibilita’ che il piano irlandese per il salvataggio delle banche possa ripercuotersi sulle operazioni a supporto della liquidita’ che la banca centrale concede alle banche irlandesi.

Proprio oggi Moody’s ha tagliato il rating di 5 banche irlandese inclusi titoli garantiti dal governo. La misura riguarda Allied Irish Banks, Bank of Ireland, EBS Building Society, Irish Life & Permanent e Irish Nationwide Building Society. La decisione segue l’annuncio di venerdi’ scorso della revisione al ribasso del rating sull’Irlanda di ben 5 gradini a Baa1, tre passi sopra lo status “junk” spazzatura. Alla base della decisione il fatto che questi istituti sono dipendenti dal supporto del governo.

Sempre oggi la Bce ha comunicato l’ammontare di titoli di stato acquistati la settimana scorsa, registrando un netto calo rispetto ai sette giorni prima.

Il differenziale del rendimento tra il Bund tedesco a 10 anni e l’equivalente irlandesi oggi si e’ portato a 584.5 contro 587.4 di venerdi’ e 161.9 di un anno fa. E’ aumentato lo spred per l’Italia, a 168.2 da 165.1 dell’ultima seduta e 83.9 di 12 mesi fa. Anche quello greco e’ salito, a 901.5 da 898.8 e contro 264.2 dello stesso periodo dell’anno scorso. Su anche quello spagnolo, a 256.3 da 253.5 rispetto a 70.6 del dicembre 2009. In barba all’ipotesi di un taglio di rating per la Francia, il differenziale e’ sceso a 36.6 dal 38.2 della seduta precedente ma un anno fa valeva 25.7. Giu’ anche quello portoghese a 361.6 da 369.8 di venerdi’, ma l’anno scorso era a 77.9.

Alcuni analisti tra l’altro hanno fatto notare poi che esiste il rischio che la stessa Francia perda la tripla A mentre viene valutata con molta attenzione l’analisi GEAB pubblicata da WSI sull’esplosione della bolla dei debiti occidentali.

Anche gli Stati Uniti devono comunque fare i conti con una situazione finanziaria difficile. Dopo il rinnovo dell’estensione dei tagli alle tasse sono in molti ad avere avvertito dei rischi che cio’ comporta per i conti pubblici e c’e’ chi ha sostenuto che le agenzie di rating dovrebbero bocciare gli Usa a junk, “spazzatura”, l’esatto opposto dell’attuale tripla A.

Qualche tensione c’e’ stata sulle borse asiatiche (Shanghai -1.4%, Nikkei -0,9%, Hang Seng -0,3%) alla luce anche della situazione tra le due Coree. La Corea del Sud ha avviato delle esercitazioni balistiche in un’area contesa nonostante le minacce di guerra della Corea del Nord. Il Comando supremo delle forze armate nordcoreane ha affermato, di “aver deciso che non vale la pena di reagire a provocazioni militari uno-contro-uno”. Inizialmente Pyongyang aveva minacciato ‘nuovi devastanti attacchi’ se la Corea del Sud non avesse cancellato le esercitazioni. E’ per questo che l’indice a Seul era arrivata a perdere l’1.5% salvo poi contenere il rosso con un -0.3%.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico, i futures sul petrolio con consegna febbraio hanno guadagnato $0.77 chiudendo a $89.37 il barile (minimi intraday a $87.73). Il derivato con scadenza febbraio dell’oro ha registrato +0.5% a $1385.30 l’oncia. Quelli sull’argento hanno segnato +0.9% a $29.36 l’oncia. Sul fronte valutario l’euro e’ in calo dello 0.51% a quota $1.3121. Quanto ai Treasury, il rendimento del decennale e’ al 3.3490% contro 3.318% di venerdi’.