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Wall Street prosegue al rallentatore, la testa e’ gia’ all’anno nuovo

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Seduta debole a Wall Street con quegli investitori che ancora non sono andati in vacanza che aggiustano le posizioni in vista dell’anno nuovo. La borsa Usa cerchera’ di chiudere in bellezza un mese che e’ stato sinora il miglior dicembre dal 1991, mentre nel 2010 per ora i guadagni accumulati sono pari al 13%. Il Dow e il Nasdaq sono poco variati mentre l’S&P 500 cede lo 0,35%, tra volumi ridotti all’osso.

Nessun trader ha voglia di rischiare troppo, anche se la fiducia nella ripresa dell’economia e’ aumentata. Mancanza assoluta di catalizzatori, in una seduta che va avanti per inerzia se non fosse per gli sviluppi interessanti sul fronte valutario, dove il biglietto verde e’ in difficolta’. Il mercato dei Treasury chiude alle 20 italiane, quello azionario alle 22.

In Europa si respira invece un’altra aria, non certo di festa. L’anno si e’ chiuso male con l’indice STOXX 50 che ha lasciato sul campo lo 0,24%, il paniere londinese FTSE 100 ha perso l’1,19%, il CAC 40 francese pure, la borsa tedesca era chiusa e Piazza Affari cede l’1,45%. Tra i settori il migliore del 2010 e’ stato l’auto. Penalizzata dalla crisi del debito sovrano, Milano ha perso il 13% da inizio anno, la Spagna – chiusa quest’oggi cosi’ come la Svizzera – ha bruciato il 17%.

Sugli altri mercati, Il tono positivo tra le commodity e’ invece dovuto alla persistente debolezza del dollaro, che cede circa mezzo punto percentuale contro le sei valute rivali principali. L’indice delle materie prime CRB guadagna lo 0,4%, sinora i rialzi accumulati nel 2010 sono del 15,8%. Tra le materie prime piu’ sotto osservazione, il petrolio ha esteso i cali visti nelle ultme sedute, mentre l’oro sale ancora. Il greggio e’ comunque in progresso del 13% da inizio anno, mentre il metallo prezioso del 28%. In progresso anche l’argento che da gennaio fa segnare un impressionante +81%.

Gli investitori guardano gia’ al nuovo anno, con la speranza di un consolidamento di Wall Street. Il mercato continua a cercare una direzione e gli scambi sono ridotti anche in virtu’ dell’assenza di dati macroeconomici. Il Dow Jones ha guadagnato circa il 5% dall’inizio del mese e oltre il 10% dall’inizio del 2010. L’indice delle blue-chip ha chiuso mercoledi’ scorso ai piu’ alti livelli dall’agosto del 2008.

L’S&P 500 ha fatto un rally del 6,2% in dicembre, con solo quattro sedute negative. I guadagni messi a segno nell’ultimo mese dell’anno sono pari alla meta’ di quelli accumulati in totale nel 2010. Per tutti e tre gli indici il mese ha coinciso inoltre con i massimi dell’anno. L’indice di volatilita’ e’ sceso in area 18 punti.

In Europa CAC, FTSE e DAX hanno guadagnato nell’ordine il 5,4%, 6,7% e 3,4% in dicembre, con gli ultimi due che nell’ultimo mese del 2010 hanno toccato i massimi dell’anno. Tuttavia i rischi sul fronte del debito sovrano dei PIIGS ha continuato a preoccupare gli investitori e le agenzie di rating (in colpevole ritardo, come al solito). I declassamenti piu’ importanti del mese hanno riguardato quelli dell’Irlanda (a ‘BBB+’ da ‘A+’ da parte di Fitch) e un downgrade di 5 tacche sempre di Dublino ma questa volta da parte di Moody’s.

I volumi sono ridicoli, (150 milioni di titoli scambiati sul NYSE, meno meta’ della media e 408 milioni sul Nasdaq, contro la media di 862 milioni). Tra i settori, i migliori sono Sugar-SGG +3.1%, Cotton-BAL +2.5%, Natural Gas-UNG +2.2%, Jr. Gold Miners-GDXJ +2.1%, Crude Oil-USO +2.0%, Coffee-JO +1.9%, Commodities-GSG +1.9%, India-INP +1.9%, Palladium-PALL +1.8%, Base Metals-DBB +1.8, i peggiori: Volatility-VXX -0.8%, USD-UUP -0.8%, Software-IGV -0.7%, Hong Kong-EWH -0.7%, Turkey-TUR -0.6%, Internet-FDN -0.6%, NDAQ 100-QQQQ -0.6%, Biotech-IBB -0.5%, Retail-XRT -0.5%.