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Bossi spiato. Lui non fa denuncia alla polizia, ma chiama Maroni

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Roberto Calderoli lo ha detto nel pomeriggio di ieri: i giorni dal 17 al 23 gennaio saranno decisivi per il federalismo e se non passerà si andrà al voto, possibilmente a marzo. Umberto Bossi lo ha ripetuto più tardi. Quei giorni sono «l’ultima occasione per il federalismo o l’ultima occasione per votare». Detto ancora più esplicitamente: «Se non passa il federalismo – ha sottolineato il segretario della Lega – siamo obbligati alle elezioni. Su questo la penso come Calderoli».

«Sul federalismo il tempo delle chiacchiere è finito». Il segretario della Lega ha subito aggiunto di essere amico di Berlusconi: «Scherzi non ne faccio, ma non voglio che me ne facciano gli altri». Bossi ha anche negato che Berlusconi gli abbia chiesto di stare tranquillo qualche giorno mentre stava cercando nuovi voti per allargare la maggioranza. «Non siamo bambini – ha commentato -, sappiamo qual è il nostro dovere e quali sono le scelte da fare. Ma dobbiamo ricordare anche agli altri il loro dovere».

Bossi ha anche negato tensioni tra il ministro dell’Economia e il premier: «Tremonti è amico di Berlusconi e mio – ha concluso – e non fa scherzi. Lui che bisogno ha di fondare un movimento politico? È amico mio, che bisogno ha di spaccarsi la testa?».

Bossi spiato a Roma. Delle cimici sono state trovate un paio di mesi fa nell’ufficio di Umberto Bossi al ministero delle Riforme e nella sua abitazione romana, nella zona di Porta Pia. È stato lui stesso a raccontarlo chiacchierando con i giornalisti nella notte a Ponte di Legno. Bossi ha detto che la sua segretaria al Ministero «si è insospettita perché – ha spiegato – troppa gente sapeva quello che avevo detto solo a lei. Così sono stati fatti dei controlli e hanno trovato una cimice nel mio ufficio al Ministero e diverse nella mia casa di Roma». Sulla vicenda non c’è però nessuna inchiesta aperta. «Abbiamo aspettato troppo – ha detto Bossi -. Abbiamo chiamato un privato per la bonifica. Non volevo far casino, tanto un’inchiesta non trova niente. Io non volevo entrare nel casino. Sono uno che tende a minimizzare». Il segretario della Lega ha comunque avvisato Maroni «che ha mandato un po’ di suoi uomini».

Sulla vicenda la Procura di Roma ha aperto un fascicolo processuale. Il fascicolo, contro ignoti, è stato aperto d’ufficio dal procuratore Giovanni Ferrara sulla base delle dichiarazioni fatte da Bossi la scorsa notte a Ponte di Legno. I reati ipotizzati sono quelli previsti dagli articoli 617 e 617 bis del codice penale, ossia «cognizione, interruzione o impedimento illecito di comunicazioni o conversazioni telegrafiche o telefoniche», il primo, e «installazione di apparecchiature atte ad intercettare od impedire comunicazioni o conversazioni telegrafiche o telefoniche», il secondo.

Idv: vicenda lascia perplessi, Bossi doveva denunciare. «E’ preoccupante – dice Felice Belisario, capogruppo dei senatori dell’Idv – la notizia diffusa dal ministro Bossi circa il ritrovamento di cimici negli uffici del suo dicastero e persino a casa sua. Al di là delle responsabilità, sarebbe stato doveroso allertare le autorità competenti e consentire così la doverosa salvaguardia delle istituzioni pubbliche. Il metodo di scavalcare gli organismi preposti per “aggiustare” le cose tra leghisti, che Bossi già aveva suggerito a Berlusconi nella vicenda Ruby, indica una visione padronale delle istituzioni. Il tentativo di spionaggio ai danni di un ministro della Repubblica avrebbe dovuto comportare un’aperta denuncia, dando così allo Stato la possibilità di indagare sull’accaduto. L’intempestiva rivelazione del ministro e il suo comportamento lasciano perplessi e fanno sospettare che la vicenda sia più complessa di come riportato».

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Bossi: «Un anno così non reggiamo»

La durata del governo potrebbe forse non essere più lunga di un anno a queste condizioni, secondo il segretario della Lega Nord Umberto Bossi. “Penso che un anno cosi’ non ce la facciamo, come fa il povero Tremonti a fare la riforma fiscale?” ha detto a Ponte di Legno dove si trova per alcuni giorni di vacanza e dove sono venuti a trovarlo, fra gli altri, il viceministro delle Infrastrutture Roberto Castelli e il presidente del Piemonte Roberto Cota. “Una cosa – ha aggiunto – e’ che Berlusconi voglia fare certe riforme, un’altra e’ poterle fare”. Sul varo del federalismo Bossi e’ invece ottimista, anche perche’ “se non passa, la legislatura e’ finita. Viene meno il senso di stare qui”. “Non sono pessimista o ottimista, ma realista – ha concluso il ministro delle Riforme -. E’ inutile fare chiacchiere, ci vogliono i numeri per le riforme”. ”Penso che a un certo punto – ha detto ancora Bossi – bisognera’ andare a votare”.