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Eur/usd post Fed: guardando in avanti, il trend rialzista è intatto

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(WSI)- Giornata di banche centrali quella vissuta ieri, con Federal Reserve che ha mantenuto i tassi fermi nel corridoio che va tra 0-0.25%, così come la Reserve Bank of New Zealand li ha mantenuti al 3%. Sono anche state pubblicate le minute della BoE, risultate più hawkish di quanto ci si aspettava. Ma procediamo con ordine, partendo dagli Stati Uniti.

La riunione del FOMC (che tra l’altro vede uscire Ms. Pianalto di Cleveland, Mr. Hoenig di Kansans City, Mr. Rosengren di Boston e Mr. Bullard di St. Louis, rimpiazzati dai nuovi membri votanti Mr. Plosser di Philadelphia, Mr. Evans di Chicago, Mr. Fisher di Dallas e Kocherlakota di Minneapolis) ha confermato il mantenimento all’unanimità del corridoio dei tassi tra 0 e 0.25%, motivando la decisione con considerazioni sul tasso di crescita che non risulta essere ancora sufficiente per agire in maniera importante sull’occupazione e sull’inflazione che, nonostante il rialzo dei prezzi delle materie prime, sembra non intaccare l’outlook di lungo periodo che dovrebbe mantenersi sotto le soglie critiche.

I consumi della famiglie sono aumentati rispetto alla fine dell’anno passato, ma sono ancora messi a dura prova dai redditi che crescono (quando lo fanno) in maniera modesta, dalla situazione non a regime dell’erogazione del credito al consumo e dal settore immobiliare ancora, ahinoi, in alto mare.

Spostandoci dall’altra parte del mondo, troviamo una Nuova Zelanda che mantiene i tassi al 3% ed utilizza toni più ottimisti rispetto ai precedenti. Sebbene i tassi potrebbero crescere in maniera moderate durante il prossimo biennio, per il momento si è deciso di mantenerli invariati aspettando nuove evoluzioni dal punto di vista dei dati macroeconomici, descrittivi dello stato di salute di questo Paese.

Arrivano anche notizie dalla minute della Bank of England, rilasciate proprio ieri, dove si evince che un membro votante dei 9 (per la precisione Mr. Weale)si è espresso per un aumento dei tassi di 0.25 punti. Questo ci fa capire come la preoccupazione si stia spostando verso le potenziali pressioni inflattive cui verrà sottoposto il Paese e come commentato ieri, ci si troverà di fronte alla scomoda bilancia che vede in pericolo la crescita (Pil quarto trimestre 2010 molto negativo, che necessiterebbe di tassi bassi ancora per lungo tempo), con un’inflazione potenzialmente galoppante (che al contrario, vorrebbe i tassi in veloce aumento). Il programma di QE è stato lasciato a 200 miliardi di sterline.

EurUsd – grafico orario

Passiamo a dare uno sguardo ai cambi dal punto di vista tecnico.

Il primo è, come di consueto, l’eurodollaro dove notiamo come continui con un’ottima costanza il percorso rialzista in atto da due settimane a questa parte. Non è ancora stato raggiunto l’ultimo obiettivo indicato da qualche giorno, in area 1.3750-65, sebbene i prezzi si stiano costantemente avvicinando. Crediamo possa esse utile, per continuare ad apprezzare questo movimento di salita, sfruttare le indicazioni che ci giungono dalle medie mobili, poiché queste sono risultate molto considerate durante il percorso positivo da 1.2880 ad ora: la prima a 100 periodi su grafico orario e la seconda a 21 su grafico a 240 minuti. Così facendo per le prossime ore troviamo un livello di supporto che gravita intorno all’area 1.3625-40.

Il dollaro nei confronti della moneta del Sol Levante ha fornito livelli chiari nei giorni passati, rispettati successivamente dai prezzi. Abbiamo visto come, ancora una volta a distanza di una settimana esatta, vi sia stato il rispetto del livello di supporto prossimo a 81.95. Di certo i prezzi non si sono allontanati parecchio, aumentando un rischio di nuovo test di quest’area, ma questo potrebbe farci attendere un ritorno nell’immediato sino a 82.55 prima di, potenzialmente, ritornare nel percorso laterale/ribassista in atto da settimane. Torniamo a notare come rimanga stabile a 83.45 il livello di svolta su grafico giornaliero.

Si è rivelata ancora una volta davvero costante e molto precisa la salita del cambio eurJpy: la trendline con origine al 10 gennaio scorso, che segue l’aumento dei minimi su grafico orario, è stata verificata una serie notevole di volte senza mai essere oltrepassata. Altrettanto preciso si è rivelato l’ennesimo test di rottura di 112.70-85. Giunti a questo punto, visto l’evidente restringimento del range disponibile, crediamo possa giungere a breve un momento di volatilità, anche se difficile a questo punto propendere per una o l’atra direzione. In questo caso la strategia di breakout potrebbe essere la più indicata.

Il cable ha recuperato parte dello scivolone del giorno prima. I livelli da considerare interessanti non sono vicini, ma sono quelli che hanno dato più elementi di tenuta sul grafico. Abbiamo come resistenza il massimo di 1.6015 (dove si sono concentrati una serie di massimi perfettamente coincidenti fra il 19 ed il 25 gennaio scorsi) e il livello di supporto a 1.5830, molto importante sia ieri sia il giorno precedente.

La parziale ripresa della sterlina ha influito anche sul cambio EurGbp, facendo arretrare i prezzi dai massimi di 0.8670 (visto in precedenza ad inizio novembre). Nell’immediato la nostra attenzione è rivolta verso 0.8645 e 0.8595.

Il lieve arretramento del franco ha permesso alla moneta unica un parziale ritorno sul percorso evidenziato nelle ultime due settimane e coinciso con la ripresa dell’euro. Per le prossime ore risulta interessante una configurazione che sta venendosi a creare: nonostante il trend primario sia un po’ rallentato si vede un triangolo, che almeno in teoria dovrebbe riportare ad una più rapida salita del cambio qualora oltrepassato a rialzo. Per le prossime ore attenzione alla rottura di 1.2950, che potrebbe portare in dote l’ampiezza iniziale del triangolo e condurre ad un ritorno al di sopra del doppio massimo di 1.3070, visto nei giorni scorsi.

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