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Wall Street: S&P 500 a 1.300, dollaro rivede i minimi di 3 mesi

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Wall Street estende il rally iniziato in apertura. Alle 13:00 ora locale (le 19:00 in Italia) gli indici si trovano sui massimi di giornata con il Dow che guadagna 150 punti oltre i 12.000 punti. L’S&P 500 tiene quota 1.300 raggiunta dopo un’ora dall’apertura delle contrattazioni: gia’ la settimana scorsa aveva agguantato tale livello, sui massimi di 28 mesi.

C’e’ quindi ancora voglia di acquisti tra gli operatori di borsa all’indomani di una buona performance grazie alla quale la piazza di New York (dove torna a nevicare) ha archiviato il miglior gennaio dal 1997.

A livello settoriale e’ rally per le risorse di base (+2,5%). Bene i finanziari, che ignorano le voci secondo cui l’FBI avrebbe messo in allerta i principali gruppi del settore per essere nel mirino di possibili attacchi terroristici. Nessun comparto e’ in rosso.

Si guarda ai massimi di maggio 2004 toccati dall’indice ISM manifatturiero di gennaio mentre vengono snobbati i minimi dal luglio 2000 visti a dicembre nella spesa per le costruzioni.

Le paure geopolitiche legate all’Egitto restano, ma solo sullo sfondo tanto che e’ passata inosservata la bocciatura sul debito del paese arrivata oggi dagli analisti di S&P.

Quanto alle trimestrali, positive quelle di Ups, Biogen e Lexmark. Nel farmaceutico Pfizer batte le attese sugli utili ma delude l’outlook. Nel frattempo General Motors ha riportato vendite migliori del previsto in gennaio e i titoli festeggiano. Come conseguenza di tale notizia, peraltro, in denaro anche le azioni Ford.

Tornando al fronte macro, cresce l’attesa per la riunione di giovedi’ della Bce e alla successiva conferenza stampa in cui il governatore Trichet potrebbe ancora una volta porre l’accento sull’inflazione (al 2,4% nell’Eurozona, oltre il target del 2%). Il mercato sta gia’ speculando sull’ipotesi di un rialzo dei tassi anche se non sembra sia previsto nella riunione del 3 febbraio. Nel frattempo e’ emerso che la Bce la settimana scorsa non ha comprato titoli di stato dei paesi periferici.

Nel frattempo i listini europei hanno chiuso all’insegna della tonicita’. Il merito va all’effeto Wall Street ma anche al dato sul PMI manifatturiero nell’Eurozona, risultato superiore alle stime e ai massimi di aprile. Si segnala il rialzo del 4,4% della borsa di Atene, dove hanno corso le banche. Il Ftse/Mib a Milano ha corso del 2% circa.

Tornando all’Egitto e all’impatto sulla corsa del petrolio, l’Agenzia Internazionale dell’Energia ha detto che il mercato globale petrolifero non corre rischi.

I volumi a Wall Street sono sopra la media (sul NYSE 452 milioni di pezzi passati di mano contro 405 milioni; sul NASDAQ 1,025 miliardi contro una media di 852 milioni). I titoli che avanzano superano quelli che retrocedono: sul NYSE il rapporto e; 2477 a 473, mentre sul NASDAQ a 1998 su 549. Le azioni che hanno toccato nuovi massimi superano quelle che hanno visto nuovi minimi (sul NYSE e’ rapporto e 272/6 e sul NASDAQ 161/23).

Sul fronte settoriale, sono in rialzo: Copper Miners-COPX +4,2%, Gold Miners-GDXJ +3,8%, Silver Miners-SIL +3,3%, Italy-EWI +2,9%, Ag-MOO +3,0%, Steel-SLX +2,9%, Clean Energy-PBW +2,7%, Metals and Mining-XME 2,7%. Tra quelli in ribasso invece si segnalano Volatility-VXX -5,4%, Natural Gas-UNG -1,3%, Cocoa-NIB -1,1%, USD-UUP -0,9%, Long Treasuries-TLT -0,6%, Sugar-SGG -0,5%, India-INP -0,4%, Crude Oil-USO -0,3%.

Sugli altri mercati, i futures con scadenza marzo segnano un calo dello 0,46% $91,77 il barile. I contratti con scadenza analoga dell’oro guadagnano lo 0,61% a $1.342,70 l’oncia. Gli analisti tecnici fanno notare che se agguanta la soglia di 1.350 non e’ da escludere una corsa fino a 1.500. Sul fronte valutario l’euro segna un rialzo dell’1% a $1,3831. Quanto ai Treasury, il rendimento sul decennale vale 3,4350 dal 3,378% di ieri.