(WSI)- La prima giornata di trading dell’anno ha mostrato chiaramente come la fase di avversione al rischio che venerdì ha colpito i mercati sia stata accantonata. Best performers euro, sterlina e dollaro australiano, borse che fanno segnare forti guadagni su tutto il globo, brent che continua la sua salita ma che si è scorrelato dagli ultimi movimenti del WTI a causa delle aspettative relative al problema del Canale di Suez, che chiaramente sta penalizzando più le sponde europee di quelle americane.
Il fatto che le proteste in Egitto non siano per ora sfociate in un fiume di sangue ha riportato fiducia sui mercati, che si sono mossi in maniera abbastanza correlati. Ci riferiamo al fatto che abbiamo assistito alla liquidazione di posizioni lunghe di dollari americani (che hanno perso terreno contro tutte le maggiori valute contro cui sono quotati) al fine di entrare nuovamente in posizioni di rischio o di acquistare valute a più alto rendimento (Aussie e Kiwi).
Mubarak, come sappiamo, ha annunciato di voler rimanere in carica fino alle prossime elezioni di settembre, momento in cui non si ricandiderà, ma, essendo il periodo di tempo che dovrebbe trascorrere così lungo, non è ancora chiaro se possa essere una soluzione soddisfacente per tutta quella gente scesa in piazza.
Il sell off di dollari di ieri è dovuto a quanto visto, ma il fatto che UsdJpy sia sceso ci fa percepire il sentiment di mercato sul dollaro, che attualmente sembra essere legato alla distribuzione temporale di possibili interventi di politica monetaria tesa a contenere pericoli inflattivi da parte della Fed, rispetto alle altre banche centrali.
La salita dell’euro è invece dovuta a quello che abbiamo visto ieri, ossia a buoni dati macroeconomici soprattutto in Germania e dalla aspettative su quello che Trichet potrà dire domani durante la conferenza stampa che seguirà la decisione di mantenere i tassi all’1%.
A dare ulteriore stimolo al movimento, che è potuto partire grazie allo shift di attenzione che gli investitori hanno avuto dalle problematiche euro a quelle egiziane (che ha portato gli spread sui CDS a ridimensionarsi), è arrivata una notizia secondo la quale la Grecia potrebbe avere la possibilità di ricevere un’estensione sui suoi prestiti tramite un programma di swap, che le permetterebbe di emettere bond di maggior durata sul mercato.
EurUsd – grafico 15 minuti
Parliamo ora di analisi tecnica vedendo i cambi più importanti.
Incominciamo dall’eurodollaro dove notiamo come l’inversione iniziata domenica notte continui ad essere sostenuta. Addirittura ieri abbiamo avuto il deciso superamento della resistenza, a 1.3750, che nelle ultime settimane ha attirato la nostra attenzione e certamente quella degli operatori. Una volta che il livello è stato oltrepassato, ieri, abbiamo assistito alla volatilità necessaria a far compiere al cambio una salita di almeno una figura aprendo la strada per l’ultimo livello statico di resistenza, 1.3970, che è possibile trovare prima di un ritorno al punto di partenza della tendenza ribassista evidenziata da inizio novembre, in area 1.4250.
Per ricercare un livello di supporto utile alla giornata odierna ci dobbiamo spostare, così come fatto ieri, su un timeframe inferiore all’orario e osservare con quanta precisione la tendenza da 1.3570 stia procedendo: la trendline che congiunge i minimi crescenti degli ultimi tre giorni, che transita per le prossime ore nei pressi di 1.38 figura, è supportata ancora dal transito della media di lungo periodo.
Vediamo ora il cambio UsdJpy dove abbiamo potuto notare ieri il raggiungimento di un nuovo minimo da gennaio, 81.30 e come stia continuando la tendenza ribassista innescatasi con la rottura di 81.90. Ricordiamo infatti che questo livello, risultato un ottimo supporto in alcune occasioni nelle passate due settimane, è divenuto ora il livello di resistenza da oltrepassare per permettere al dollaro un minimo di sollievo, pur non cambiando di fatto la situazione almeno sino ad un superamento di 83.40 su grafico giornaliero.
La forza della moneta unica ha permesso al cambio EurJpy di riportarsi nei pressi di 112.70, dove si trova in questi istanti e dove osserviamo il più importante livello da considerare nel breve per ipotizzare una nuova ondata rialzista che, magari, completi l’idea del cambio nuovamente a 115 a distanza di più di due mesi.
Passiamo ora ad osservare la sterlina, prima nei confronti del dollaro, dove notiamo che la tendenza rialzista, amplificata oltre la rottura di 1.6015 e 1.6060 (che devono essere considerati come i più importanti livelli di supporto, seppure lontani), ha raggiunto l’ultimo livello statico di resistenza prima di tornare al punto di partenza a 1.63: parliamo infatti di 1.6180 dove, tra il 9 ed il 15 novembre scorso, sono coincisi una serie di tre massimi.
Il cambio EurGbp nella ultime ore, complice la forza delle due monete che lo compongono, è rimasto molto stabile e prossimo a 0.8565: questo comunque non impedisce di osservare come il cambio ieri abbia raggiunto il livello considerato importante, 0.8520 (per la verità superato di qualche pip), confermando quindi a quale livello dobbiamo guardare per avere spunti nel breve periodo.
Vediamo ora il franco svizzero dove, incominciando dal rapporto con l’euro, notiamo quanto 1.2945, ancora una volta si sia rivelato un livello piuttosto affidabile. Per la seconda volta la sua rottura ha permesso al cambio di accelerare sino ad 1.30 figura, fornendo uno spunto di analisi in più. Ciò che si evince infatti da un grafico infragiornaliero è il rispetto del mercato per l’area che si trova sulla soglia psicologica di 1.30.
Continuiamo a parlare di franco, ma nei confronti del dollaro, dove ieri l’ultimo supporto di 0.9390, evidenziato dalla lateralità degli ultimi giorni, è stato oltrepassato indicando ora il raggiungimento del punto di minimo di 0.93 figura.
Concludiamo osservando il dollaro australiano che, favorito anche dai recenti commenti della RBA, consolida la sua posizione ampiamente al di sopra della parità nei confronti del maltrattato biglietto verde. Il più importante spunto di supporto per seguire questa evoluzione rialzista, dopo una discreta lateralità di gennaio, sembra trovarsi prossimo a 1.0070. Il più importante punto di arrivo, tralasciando il massimo a 1.0255 (al momento forse prematuro) è dato dal precedente massimo di 1.0180.
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