I giornalisti de Il Sole 24 Ore hanno sfiduciato l’attuale direttore Gianni Riotta.
Il referendum si è chiuso con 171 no alla fiducia, pari al 70% dei votanti contro il 27,4% che ha votato a favore di Riotta (67 voti). Hanno votato 244 giornalisti pari al 91% degli aventi diritto. Sei le schede nulle.
A dirlo è un esponente del Cdr. Dalla redazione qualcuno commenta “è la prima volta nella storia di questo giornale che la redazione manda un segnale cosi rivoluzionario…mai vista una sfiducia a un direttore in carica”. E la reazione di Emma Marcegaglia, numero uno di Confindustria? “Ancora sotto choc probabilmente”.
Si tratta di una netta inversione di tendenza rispetto al voto del 30 aprile 2009, quando il direttore si insediò alla guida del quotidiano. Allora ottenne la fiducia dall’81,5% dei redattori, mentre i contrari furono pari all’11,5%.
Nel quotidiano le acque restano molto agitate. Martedì scorso, dopo avere appreso dall’azienda l’intenzione di tagliare 70 giornalisti nell’area dei quotidiani e dei periodici, l’assemblea del quotidiano economico ha deciso uno sciopero immediato, affidando al Cdr un pacchetto di altre cinque giornate di sciopero “contro la proposta dell’azienda di realizzare uno scambio fra 70 esuberi nel quotidiano con una decurtazione del 10% del costo totale delle retribuzioni dei giornalisti sempre del quotidiano”, secondo quanto ha riferito un componente del Cdr.
Ieri, in un incontro con la redazione, il direttore ha cercato di smussare i toni, spiegando che il Cdr aveva frainteso sull’ipotesi di tagli. Ecco parte delle parole di Riotta: “Ho commesso molti errori, ma uno posso dirvi di no: non vi ho mai raccontato che torneremo all’età del latte e del miele del passato. Indietro non si torna”; “D’ora in avanti se qualcuno qui dentro vi censura, telefonatemi: interverrò io”; “Con me dalla vostra parte l’azienda tornerà a incontrarvi e apriremo insieme i cantieri sul piano industriale, senza di me sarete soli”; “Vi prometto di ascoltarvi di più”; “Il ‘garage’ dell’innovazione è sempre stato aperto ai vostri contributi (qualcuno dalla platea ha gridato: ‘Balle!’)”; “Il CdR non ha capito, non esistono 70 esuberi, avete la mia parola che sinché sarò qui non ci saranno tagli al personale”; “Anche i caporedattori e la direzione stanno meditando sulla necessità di fare dei sacrifici economici”; “Ho convinto l’azienda a tornare ad aprire subito un tavolo con i vostri rappresentanti sindacali”; “Avrei dovuto ascoltarvi di più”.
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LA NOTA ODIERNA DEL CDR
Cari colleghi, ecco i risultati del voto sulla conferma della fiducia al direttore Gianni Riotta.
Vi ricordiamo che hanno votato le redazioni di: Sole 24 Ore; Dorsi Regionali; Ventiquattro e IL
Aventi diritto al voto: 268
Votanti: 244 (pari al 91,04%)
Sì: 67 (pari al 27,46% dei votanti)
No: 171 (pari al 70,08% dei votanti)
Bianche/Nulle: 6 (pari al 2,46% dei votanti)
Il voto sul gradimento espresso il 30 aprile 2009 aveva dato i seguenti risultati:
Aventi diritto al voto: 285
Votanti: 244 (pari all’85,6%)
Sì: 199 (pari all’81,5% dei votanti)
No: 28 (pari all’11,47% dei votanti)
Bianche: 16 (6,56% dei votanti)
Nulle: 1
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I COMUNICATI TRA CDR E AZIENDA
Il comunicato del comitato di redazione del Sole 24 Ore
A un anno dall’apertura dello stato di crisi – che prevede il prepensionamento di 31 giornalisti del Sole 24 Ore – e quando ancora manca altrettanto alla sua chiusura, l’azienda torna a chiedere ancor più pesanti tagli sul costo del lavoro del quotidiano, dell’entità di 7 milioni di euro all’anno per 3 anni, equivalenti a 70 giornalisti.
L’alternativa prospettata è stata tra un intervento rituale di taglio del personale e un’intesa che riduca le retribuzione dei redattori. La proposta è stata prefigurata in modo del tutto inaspettato il 1° febbraio nell’incontro sul piano triennale 2011-2013, approvato dal Cda il 16 gennaio. Né durante la conferenza stampa indetta lo stesso 16 gennaio, né durante il successivo incontro con gli analisti finanziari, i manager dell’azienda avevano annunciato nuovi tagli sul costo del lavoro giornalistico.
La stessa opacità ha caratterizzato il confronto con il Cdr: poco più di un mese fa, il 22 dicembre l’azienda aveva garantito alla rappresentanza sindacale che non ci sarebbero stati nuovi interventi sul costo del lavoro giornalistico, riconoscendo essa stessa che la redazione del quotidiano sta già facendo la sua parte proprio con il piano di crisi 2010-2012.
In tempi brevissimi l’azienda ha maturato un’inversione di rotta sconcertante su una questione vitale per le relazioni sindacali come i livelli occupazionali e/o la loro retribuzione. E per di più presenta questa svolta senza offrire motivazioni credibili. Alla domanda su cosa fosse cambiato in poche settimane per rendere urgente un taglio prima negato, l’azienda ha replicato: abbiamo completato l’analisi dei conti del gruppo. Il Cdr ritiene però inaccettabile la richiesta di riduzione del costo del lavoro giornalistico presentata attraverso la proposta di un «Patto per l’occupazione», che intima alla redazione di accettare pesanti e strutturali tagli alla retribuzione.
Quello che viene presentato come un «Patto per l’occupazione» appare piuttosto come un intervento sugli istituti economici indisponibili, la cui portata va oltre le mura del Sole 24 Ore. Non a caso l’azienda chiede al Cdr di intavolare una trattativa sindacale “innovativa”, della quale andrebbe però prima verificata la legittimità.
Ben consapevole delle difficoltà economiche del gruppo, la redazione sta già facendo la sua parte per il risanamento, sebbene non siano certo i giornalisti i responsabili della crisi. Da molti mesi, anzi, lamentano la mancanza di una vera, efficace e credibile strategia di rilancio industriale ed editoriale del gruppo e della testata. Né il piano triennale appena approvato dal Cda rappresenta, all’evidenza datane sinora, il necessario cambio di passo.
Proprio la consapevolezza della difficile fase che si stava prospettando per il mercato dell’editoria in generale e per questo gruppo in particolare, aveva spinto i redattori del Sole 24 Ore a rinunciare al dividendo distribuito dal Cda agli azionisti nel 2009. Un invito a investire sul futuro del gruppo purtroppo caduto nel vuoto. Ma un gruppo editoriale che voglia essere protagonista del mercato, anziché vittima delle sue fluttuazioni, deve investire sul proprio futuro, sulla qualità dei prodotti editoriali per garantirsi ricavi e utili. Invece, tra il 2006 e il 2009 risorse importanti, 135 milioni di euro, sono state destinate a una dispendiosa politica di acquisizioni che hanno generato perdite importanti.
Lo stesso piano triennale 2011-2013 prevede sì 50 milioni di investimenti, ma almeno 21 rischiano di essere coperti dal taglio del costo del lavoro giornalistico: in sostanza, autofinanziati dai redattori. Come saranno spese queste risorse, su quali progetti concreti, con quali prospettive di ritorno economico, l’azienda, però, non l’ha ancora spiegato, se non per sommi capi.
Il Patto per l’occupazione proposto dall’azienda è così irricevibile, perché manca un elemento fondamentale: la trasparenza della controparte.
Per questi motivi l’assemblea dei giornalisti mercoledì 2 febbraio è entrata in sciopero e ha assegnato al Cdr un pacchetto di cinque giorni di astensione dal lavoro.
La rappresentanza sindacale esige piena trasparenza sulle strategie di rilancio del gruppo e del quotidiano e un vero piano industriale. Purtroppo, la replica dell’azienda al documento dell’assemblea che spiegava le ragioni dello sciopero peggiora il già critico stato delle relazioni sindacali. L’azienda ha infatti negato di aver riferito al Cdr dei 70 esuberi sulla redazione del quotidiano. Il Cdr ne prende atto con ulteriore sconcerto e ribadisce che il tema degli esuberi e il loro numero sono stati introdotti dai top manager nell’incontro del 1° febbraio. Considerata la gravità della situazione, il Cdr chiede alla comunità dei suoi lettori e all’azionista di riferimento, alla comunità economico finanziaria, ciascuno a suo modo stakeholder, di stare vicini al quotidiano leader dell’informazione economica, finanziaria e normativa in Italia.
Il comunicato del Sole 24 Ore in risposta al Cdr
In relazione allo sciopero annunciato oggi a seguito dell’assemblea dei giornalisti del Sole 24 Ore e un pacchetto di ulteriori cinque giorni di sospensione dal lavoro, il Gruppo 24 ORE precisa quanto segue:
1. L’azienda ha confermato nell’incontro con il CDR del primo di febbraio i contenuti del piano triennale del Gruppo 24 ORE, comprensivo di 50 milioni di euro di investimenti nel triennio, incentrato sull’obiettivo di riportare entro il 2013 la situazione economica ai livelli ante crisi; ha ribadito la volontà di agire sul rinnovamento del Quotidiano affidando al Direttore la realizzazione di nuovi prodotti e un piano di ulteriore rafforzamento dei contenuti in chiave digitale.
2. Al tempo stesso è stata ribadita la necessità di mettere in atto fin da subito un deciso piano di interventi volti ad abbassare i costi di struttura e di funzionamento per garantire la sostenibilità economica del Gruppo nel medio periodo.
3. Nell’ottica di una forte azione di contenimento dei costi che punta nel contempo alla salvaguardia dei livelli occupazionali, l’azienda ha proposto l’apertura di un tavolo per la messa a punto, attraverso il confronto con le Organizzazioni sindacali dei giornalisti, di un “Patto per l’occupazione”, speculare e parallelo al piano triennale aziendale.
4. Tale Piano, che è totalmente rispettoso degli accordi che hanno portato alla dichiarazione dello stato di crisi del marzo 2010 e che si fonda sul rispetto di tutte le norme previste dal contratto nazionale di lavoro, ha l’obiettivo di evitare gli strumenti di gestione traumatica tipiche delle fasi di ristrutturazione aziendale. Più in dettaglio, la proposta formulata dall’Azienda prevede un deciso contenimento dei costi indotti da alcuni accordi aziendali, stipulati nel passato, e la sospensione di alcuni benefit di particolare onerosità. Alla luce di quanto sopra, risulta evidente quanto sia distante dalla realtà rappresentata e quanto inutilmente dannoso per il giornale l’atteggiamento assunto dall’assemblea dei giornalisti: non c’è infatti nessuna riduzione dell’organico di 70 unità.
5. L’azienda, sempre durante l’incontro con il CDR, ha ribadito la disponibilità ad un percorso di approfondimento e valutazione della proposta con l’obiettivo di individuare ulteriori modalità di intervento. L’azienda inoltre si è detta disponibile da subito alla introduzione di un meccanismo di recupero economico per i giornalisti legato al raggiungimento degli obiettivi del piano industriale che possa significativamente compensare gli effetti dell’intervento sul costo del lavoro.
6. L’Azienda ha auspicato e auspica ancora l’avvio di un percorso condiviso e costruttivo che tenga in considerazione il contesto di forte criticità del settore editoriale e la necessità di introdurre un modello di relazioni sindacali innovativo che accompagni il forte rilancio previsto dal piano industriale triennale approvato all’unanimità dal Consiglio di amministrazione.