Dopo un inizio di settimana molto positivo, Wall Street preferisce dunque prendersi una pausa stamattina. La notizia di giornata, riguardante la nuova stretta monetaria in Cina, non ha scosso particolarmente il mercato azionario americano, che si conferma sui livelli piu’ alti degli ultimi due anni raggiunti ieri. Il Dow avanza dello 0,09% a quota 12.172, l’S&P 500 cede lo 0,04% in area 1.318, mentre il Nasdaq guadagna un marginale 0,01% a quota 2.784.
Anche se l’annuncio della banca popolare cinese di aumentare di 25 punti base il costo del denaro, la terza volta nel giro di 5 mesi, non e’ una sorpresa, ha per un breve momento spinto qualche trader a vendere. La Cina e’ il vero motore della ripresa mondiale e si teme che la nuova misura finira’ per strozzare la crescita economica. Le autorita’ cinesi stanno cercando in tutti i modi di impedire un rincaro dei prezzi al consumo.
Contestualmente, la banca centrale cinese ha alzato di 25 punti base sia il tasso dei depositi a un anno sia il tasso sui presisti a un anno. L’ultima stretta di questo tipo era stata annunciata sotto Natale.
Ma una misura di questo tipo non ha colto i mercati troppo impreparati, in quanto i timori sul fronte dell’inflazione sono noti da tempo e molti si aspettavano una misura di questo tipo gia’ sotto le feste del capodanno cinese. La borsa di Pechino e’ ancora chiusa, ma potra’ reagire alla decisione quando riaprira’ i battenti domani dopo una pausa di cinque giorni.
Tutto cio’ all’indomani di una seduta in cui gli indici Usa si sono arrampicati al top di meta’ 2008.
Appena sono iniziate a circolare indiscrezioni secondo cui la banca centrale di Pechino avrebbe alzato i tassi di interesse di altri 25 punti base, i listini hanno accusato il colpo, per poi riprendersi. La terza stretta monetaria da ottobre giunge in concomitanza con le prospettive per una crescita dell’inflazione al tasso piu’ elevato degli ultimi 30 mesi.
Difficile dunque che l’ottimismo prenda il largo quest’oggi, anche se qualche conto fiscale potrebbe fungere da market mover. Il calendario macroeconomico americano e’ relativamente scarno. In gennaio l’indice NFIBsull’ottimismo dell’attivita’ delle PMI ha registrato una crescita dell’1,5% a 94,1 punti, ai massimi di tre anni.
Sul fronte aziendale, La catena di fast food McDonald’s ha annunciato un aumento del 5,3% delle vendite nel mese di gennaio nei ristoranti aperti da almeno 13 mesi: si tratta di un risultato superiore alle previsioni.
Da parte suas Coventry Health Care ha archiviato il trimestre con un utile in rialzo del 38% a quota $150,3 milioni, ovvero $1,01 per azione. Anche Entergy dovrebbe riportare i conti trimestrali. Ieri a mercati chiusi Arcelor Mittal ha riportato una trimestrale positiva e oggi i titoli vengono premiati.
In Europa, le borse sono contrastate e Milano si conferma tra le piazze finanziarie peggiori. In Asia l’indice della borsa giapponese Nikkei si e’ attestato agli stessi livelli di due anni e mezzo fa.
Sugli altri mercati, i futures con scadenza marzo segnano un ribasso dello 0,77% a $86,81 il barile. I contratti con scadenza analoga dell’oro guadagnano l’1,14% a $1.363,6 l’oncia, vicino ai massimi di seduta. Sul fronte valutario l’euro avanza dello 0,29% in area $1,3621. Quanto ai Treasury, il rendimento sul decennale vale 3,644%, in rialzo di 1,8 punti base rispetto alla chiusura di ieri.