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L’euro arranca: la spinta ora deve arrivare dai dati macro

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(WSI)-Il dollaro americano ha terminato la settimana mostrando buoni guadagni contro tutte le principali valute contro cui è quotato, ad eccezione del dollaro canadese, che è riuscito a rialzare la testa dopo la pubblicazione di un buonissimo dato sull’International Merchandise Trade.

Il report, che mostra la differenza tra l’esportazione e l’importazione di beni (si differenzia dalla bilancia commerciale perché non tiene conto dei servizi, ma soltanto di beni tangibili), ha fatto registrare un +3 miliardi di surplus, contro il precedente -0.1B e a dispetto delle attese che volevano un -0.3B ed ha portato ad un buon apprezzamento del dollaro canadese.

Le dimissioni del presidente Mubarack hanno portato un po’ poiù di tranquillità sui mercati, anche se gli effetti veri e propri tardano a mancare. Ne hanno beneficiato un po’ le borse, il prezzo del petrolio ha tentato una lieve discesa, ma i dollari, comprati per le ragioni che abbiamo analizzato insieme venerdì hanno mantenuto i propri gains.

Un annuncio importante è arrivato venerdì da Weber, il numero uno della Bundesbank tedesca, che ha fatto sapere alla comunità economica che il prossimo 30 aprile, a causa di problemi personali, rassegnerà le dimissioni da capo dell’istituto centrale di Francoforte (dove si trova anche la BCE) e rinuncerà alla corsa per sostituire Trichet che a novembre terminerà il suo mandato da capo della Banca Centrale Europea.

Il mercato potrebbe reagire andando a scontare il fatto che Weber è sempre stato, proprio per caratteristiche personali, un tipo hawkish ed egli potrebbe essere sostituito da un a personalità che renderebbe la Bundesbank più moderata. Pochi altri candidati presentano la stessa credibilità di Weber, noi crediamo che le alternative valide possano arrivare da Italia, con Draghi, Lussemburgo con Mersch, Finlandia con Liikanen e dalla Germania, che potrebbe comunque pensare di presentare l’attuale capo del Fondo Salva Stati Ragling.

UsdJpy – grafico giornaliero

La cosa importante a nostro parere sarà arrivare al momento del passaggio del testimone, con i mercati preparati e che vadano a scontare una certa tranquillità, in quanto i problemi relativi ai debiti sovrani europei, ricopriranno un ruolo fondamentale durante tutto il 2011.

Tutti questi fattori, attualmente, stanno pesando sull’euro e l’unica cosa che potrà, a nostro parere, far ripartire la moneta unica nel medio periodo, saranno le pubblicazioni di dati macroeconomici buoni, dopo la pausa nel trend positivo di rilevazioni cui abbiamo assistito durante le scorse settimane. Questa sarà una settimana ricca di dati, per mancanza di spazio rimanderemo i commenti dovuti a domani, in quanto oggi non sono presenti market mover importanti (a parte i dati sull’import/export cinese che stanno sempre più attirando l’attenzione degli operatori).

Ci apprestiamo ad incominciare una nuova settimana osservando i grafici e non possiamo fare a meno di notare come l’eurodollaro si trovi sui livelli esatti di venerdì mattina.

Abbiamo nell’immediato due spunti oramai piuttosto chiari in testa, ognuno in grado di portare ad una ripresa della volatilità. Troviamo il più importante livello di supporto dell’ultimo mese di scambi, nei pressi di 1.35, mentre la resistenza confermata anche dal massimo di venerdì transita per un livello già osservato nelle passate settimane, 1.3570.

La vicinanza di questi due livelli suggerisce attenzione, in quanto anche se ci troviamo equidistanti dai due in questo momento, possiamo pensare ad un superamento da una o l’altra parte già nelle prossime ore. Da notare inoltre che una definitiva rottura ribassista potrebbe dare il via ad una correzione della moneta unica con obiettivi a ribasso decisamente ambiziosi (il primo si troverebbe infatti a 1.3370).

Il dollaro nei confronti dello yen ha finalmente confermato, dopo mesi, una rottura rialzista della media di lungo periodo all’interno di un grafico giornaliero rimanendo stabilmente al di sopra di 83.20 per oltre una giornata. Quello che ci saremmo aspettati è però una ripresa della volatilità tale da allontanarci dal livello di rottura: ed invece dopo avere toccato il massimo precedente di riferimento, 83.65 di inizio gennaio, i prezzi hanno subito un nuovo calo ritornando al punto di rottura. Sapremo presto se si tratta di un pullback o di una inversione generalizzata con negazione di quanto sopra descritto.

La flessione dai massimi di 113.40 del cambio EurJpy ha ricondotto i prezzi su livelli a noi noti. Siamo infatti giunti di nuovo sul supporto di 112.60. Per una continuazione dell’evoluzione positiva del cambio, così come da inizio gennaio, pensiamo che i prezzi non debbano ritornare al di sotto della linea di tendenza positiva che proprio dal mese scorso sta supportando la salita. Per le prossime ore il livello dinamico che da questa è indicato transita nei pressi di 112.10, livello confermato dalla coincidenza inoltre della media di lungo su grafico a 240 minuti.

Diamo uno sguardo alla sterlina, tenendo a mente che domani alle 10.30 sarà pubblicata la nuova rilevazione dell’inflazione, prevista in ulteriore aumento, in grado quindi di creare un ottimo pretesto di movimento per il mercato.

Iniziamo dal cable dove osserviamo la costanza della tendenza negativa da inizio febbraio. Poco al di sotto di 1.61 figura transita la resistenza statica più importante, da questa indicata, ed è l’unico livello di resistenza in grado di attirare la nostra attenzione nel breve.

Il cambio GbpJpy con il ritorno al di sopra di 133 ha confermato le intenzioni rialziste del cambio nel medio-lungo periodo. Affinché questo scenario non tramonti deve tenere, senza essere oltrepassata, la tendenza coincidente esattamente con l’inizio dell’anno e confermata dalla media mobile esponenziale di lungo su un grafico con candele a 4 ore.

Passiamo a dare uno sguardo al franco, che nei confronti della moneta unica risulta essere ancora sotto pressione. La tendenza del cambio infatti continua a risultare in salita e la possibile rottura della resistenza che si è venuta a creare a 1.32, con una particolare coincidenza di massimi, potrebbe favorire quello spunto rialzista affievolito da martedì scorso.

Il franco subisce anche nei confronti del dollaro, che continua la propria ripresa oltre la rottura di 0.96, visto la settimana scorsa. 0.9780 è il più chiaro livello di resistenza individuabile e che già in prima istanza ha fermato la ripresa del cambio.

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